Tutto dentro una notte. L’artista Mucherino in via della Canonica

Esposizione dalle 19 alle 23, con ingresso libero, al Noorm Space. Da Calice al Cornoviglio a Roma e ritorno: un cammino in punta di piedi.

Tutto dentro una notte. L’artista Mucherino in via della Canonica

Tutto dentro una notte. L’artista Mucherino in via della Canonica

Un lavoro, quello di Antonio Mucherino, che si colloca nel vasto ambito della ricerca informale. Dell’artista casertano, ormai spezzino, l’esposizione di una sera. Appuntamento domani, dalle 19 alle 23 (con ingresso libero e gratuito), al Noorm Space di via della Canonica, per ‘Daimon – One night event’. Amante del buon vino, della buona cucina e della filosofia, Mucherino ha aperto negli anni 2000 l’osteria Bacchus di viale Amendola, che ha poi ceduto a Stefano Occhiuzzi, col quale continua a collaborare, in particolare organizzando insieme al professor Luca Bellotti, i ‘Giovedì filosofici’.

Sul progetto di Mucherino, interviene Luca Basile. "Al suo interno ci pare di potere indicare nei nomi di Hartung e di Mathieu i riferimenti che lo hanno maggiormente stimolato – dichiara –. Propenso alla cultura filosofica centrata sulla rottura della mediazione razionale e storico-dialettica, Mucherino fa della pittura un territorio di dirompente espressione vitale ma anche di interrogazione. L’indeducibilità del gesto pittorico diviene il veicolo di ipotesi esistenziali, di suggerimenti di senso possibili in un mondo considerato destituito di ogni fondazione veridica. Il gesto è agito per testare l’interiorità della condizione esperienziale".

L’artista è affascinato dall’idea che sia la istantaneità del gesto a scaturire inedite condizioni spaziali. "Da Hartung, sembra aver filtrato la convinzione che il tempo coincida con l’istantaneità e con lo spazio, la vita con l’atto. Sotto un aspetto, però, queste opere sembrano distinguersi dalla lezione del maestro. Mucherino mantiene fortissima l’enfasi sul gesto individuale e tuttavia non rinuncia alla opportunità di profondersi nell’orizzonte cosmico-naturale e compenetrarvisi". Questo risulta ben visibile nella serie ‘Daimon’. "Qui il gesto segnico cede il passo al cospirare di colature che assumono le sembianze di velature – conclude Basile – , accennano una fuga prospettica, trattengono la luce nella costruzione di uno spazio naturale ‘nebuloso’ ma giocato sui toni del verde". Mucherino, autodidatta, entra nella cosiddetta ‘fase creativa’ alla fine degli anni ’80, in seguito ad un incidente a cavallo nel suo agriturismo ‘Pietre Bianche’ sull’Alpicella di Calice al Cornoviglio, dove risiedeva in quel periodo. Dopo essersi trasferito a Roma, incoraggiato da Achille Bonito Oliva, Fabio Sargentini, Claudio Strinati e altri, continuerà la sua ricerca artistica nella pittura – con diverse personali e collettive nella capitale, oltre che a Napoli e Milano –, per poi tornare a vivere nella nostra provincia. In città lo ricordiamo per cinque personali allo Studio Ghiara, una allo Spazio Hourloupe e una collettiva al Camec.

Marco Magi