MATTEO MARCELLO
Cronaca

Fucilato dai nazisti, risarcimento da 250mila euro alla figlia

Il padre, un 50enne operaio dell’Arsenale militare della Spezia, fu assassinato a Gragnola nei giorni dell’eccidio di Vinca. Il tribunale ha condannato la Germania. La donna riceverà il risarcimento dal fondo ad hoc costituito dal ministero dell’Economia

Il Tribunale di Genova ha condannato la Germania “quale successore del Terzo Reich” a risarcire con 250mila euro la figlia di un 50enne operaio dell’Arsenale militare della Spezia assassinato dalle truppe tedesche a Gragnola

Il Tribunale di Genova ha condannato la Germania “quale successore del Terzo Reich” a risarcire con 250mila euro la figlia di un 50enne operaio dell’Arsenale militare della Spezia assassinato dalle truppe tedesche a Gragnola

La Spezia, 28 marzo 2025 – “Il fatto costituisce senza dubbio un crimine di guerra e contro l’umanità; non sussistono cause di giustificazione che possano esonerare gli autori materiali e di conseguenza la Repubblica federale di Germania dalle loro responsabilità”. Così Cristina Scarzella, presidente della seconda sezione del Tribunale di Genova ha scritto nella sentenza con cui, mercoledì, ha condannato la Germania “quale successore del Terzo Reich” a risarcire con 250mila euro la figlia di un 50enne operaio dell’Arsenale militare della Spezia assassinato dalle truppe tedesche a Gragnola, il 24 agosto del 1944, nel primo di quattro terribili giorni di violenze e crimini, una delle più grandi stragi nazifasciste oggi riconosciuta come l’eccidio di Vinca.

Una vicenda dolorosa quella di Gragnola, tra i primi borghi a essere colpiti dal passaggio delle truppe nazifasciste dirette verso la valle del Lucido: dopo uno scontro a fuoco con una squadra di partigiani, i tedeschi fecero rastrellare l’abitato, uccidendo nove uomini. Tra questi, anche il 50enne operaio della base militare spezzina, che lasciò la moglie e sei figli. È stata la più piccola, che all’epoca dei fatti aveva appena nove mesi, oggi ottantunenne, a chiedere e ottenere il risarcimento del danno patito, raccontando, nell’istanza presentata nel 2023 al tribunale civile del capoluogo ligure, le difficoltà in cui andarono incontro lei e la famiglia, rimaste, dopo la guerra, in una situazione di estrema difficoltà economica. L’altro ieri il deposito della sentenza, in cui il tribunale a, nel dichiarare la carenza di legittimazione passiva del ministero dell’Economia e delle Finanze, ha condannato la Repubblica federale di Germania. Il giudice, nel ricostruire la vicenda, non solo ha evidenziato che “l’uccisione è ascrivile ad una deliberata e pianificata azione criminale volta a terrorizzare le popolazioni composte da inermi civili posta in essere dal Reparto ricognizione della 16^ divisione – SS corazzata granatieri, comandata dal maggiore dell’esercito tedesco Walter Reder”, ma ha sottolineato come “la responsabilità della condotta antigiuridica deve essere ascritta al Terzo Reich e, dunque, alla Repubblica federale di Germania, per il principio della continuità della responsabilità statale, trattandosi di crimine commesso da componenti di un reparto inserito tra le forze armate tedesche. La sentenza, dopo il passaggio in giudicato, costituirà titolo per l’accesso al Fondo per il ristoro dei danni subiti dalle vittime dei crimini di guerra e contro l’umanità dalle forze del terzo Reich” istituito dal ministero dell’Economia e delle Finanze.