Una lesione al fisico ma anche allo spirito, quello di una poliziotta dalla carriera onorata, da 30 anni in prima linea per l’ordine pubblico. Fu ferita durante il servizio d’ordine allestito per la partita Spezia-Chievo, attinta al cranio dal tubo di una torcia lanciato da un ultras che, fuori dal Picco, inneggiava alle Aquile. Lui, identificato, è finito sotto processo per lesioni aggravate. Ieri Thomas Andreoli, 38 anni, ha fatto il bel gesto: ha firmato un assegno da 1000 euro (parziale) risarcimento del danno. Ma alla poliziotta non basta; lei vuole le scuse pubbliche, a motivo di ciò che rappresenta per la comunità: un presidio per la sua sicurezza. Sulla possibilità di assecondare il desiderata morale della tutrice dell’ordine stanno interloquendo gli avvocati presenti sulla scena processuale: Massimo Lombardi, difensore dell’ultras e Valentina Antonini, che assiste la poliziotta, costituitasi parte civile. Sullo sfondo della trattativa (per la definizione del quantum del risarcimento totale del danno ancorato alla perizia medico legale effettuata dal presidente dell’ordine dei medici Slvatore Barbagallo e depositata ieri) c’è la possibilità per l’imputato di evitare una pena detentiva. L’avvocato Lombardi ha già infatti pronta un’ istanza di messa alla prova: un percorso di volontariato (ancora de definire l’ambito di azione) per chiudere i conti con la giustizia senza lasciare traccia sulla fedina penale, passando dall’ufficio per l’esecuzione delle pene esterne al carcere. L’epilogo processuale è fissato per l’8 ottobre scorso, davanti al giudice Elisa Scorza. A rappresentare in aula la pubblica accusa ieri c’era il pm onorario Antonio Scarano, estraneo alla trattativa tra le parti ma favorevolmente posizionato rispetto alla soluzione della messa prova con scuse preventive anche per il significato di valenza comunitaria che intende perseguire la poliziotta.
A portare all’incriminazione dell’ultras erano state le immagini filmate registrate dagli operatori della Digos nella calda notte dell’11 agosto, quando lo Spezia, vincendo sul Chievo per 3 a 1, approdò alle finali col Frosinone, anticamera della successiva promozione in Seria A. la notte del 20 agosto scorso.
Oltre al lancio dell’oggetto contendente le telecamere della Digos, 9 giorni prima avevano registrato le scene dei festeggiamenti-assembramenti senza mascherine che, col senno del poi connesso all’emergenza Covid-19 di questi giorni, si fanno monito: mai più certi azzardi!
Corrado Ricci