
I residenti durante il sopralluogo
Di ‘Belvedere’ la scalinata di Pegazzano, quella che prosegue in salita da via Franco Fanigliulo, ha ormai soltanto il nome. E se impagabile rimane la vista, lassù in cima all’antica mulattiera che taglia il bosco, il percorso invece, tra un gradino e l’altro, lo si paga eccome. Ne sa qualcosa Cinzia Berlingeri, che su questa scalinata ci è caduta di buon mattino rompendosi una gamba. E lo sa bene Santo Romano, suo vicino di casa, il solo che quella mattina ha potuto soccorrerla. Ma il caro prezzo da pagare per abitare qui lo conoscono anche Nadia Traversi, 78 anni, che vive qui con suo marito di 80 e la mamma di 103, Massimo Veneroso, Ganapini Federico e il padre Giorgio che di anni ne ha 78. Tutti nati in questa scalinata, di cui oggi sono ostaggio. E se a loro la buona volontà non manca, per salirla e ridiscenderla quotidianamente, sono validi testimoni del rischio che si corre e della vita divenuta insostenibile per gli altri che dimorano qui. Ma che dalle abitazioni neppure escono più. Prigionieri di questa vecchia mulattiera, prima ancora che delle loro gravi disabilità fisiche. "La situazione è davvero pericolosa – dice Federico – perché il rischio di cadere, facendosi gravemente male, è concreto. Gli scalini sono dissestati: se è un problema per me affrontare questa scalinata, figuriamoci per chi è anziano. Come minimo – continua Santo – siamo costretti a fare questi gradini quattro volte al giorno: il rischio di cadere per noi è davvero alto. L’alternativa che abbiamo sarebbe fare la Litoranea per poi ridiscendere per venti minuti buoni di strada". I problemi di ‘Scalinata Belvedere’, spiega all’unisono questo buon vicinato, cominciano già a partire dal rifacimento del primo tratto della mulattiera e del sistema fognario: "quando è stata fatta la scalinata – spiega Giorgio – non si è provveduto a livellare i gradini all’altezza degli ingressi: il problema strutturale di ogni abitazione è quello cioè di non avere un pianerottolo. Siamo tutti costretti ad accedere dal punto preciso dove il dislivello è minore, ma basta trovarsi al buio o sovrappensiero che si inciampa facilmente!" E ai problemi di natura portante si aggiunge quello della pulizia: "una volta – dice Nadia – la scalinata veniva regolarmente pulita da un operatore dedicato, oggi invece pulizia e manutenzione vengono effettuate solo due volte: la prima a giugno e un’altra a settembre. Per tutto il resto dell’anno siamo noi a dover pulire i gradini e a tagliare l’erba". E della sicurezza: "chiediamo inoltre – precisa Cinzia - che venga fatto un viale tagliafuoco per il passaggio dei mezzi di soccorso in caso di incendio. Il bosco comincia, fitto, proprio dietro le nostre case e non abbiamo, a oggi, una via sicura di fuga". E questo di Cinzia sembra non essere l’unico appello effettuato:"ho contattato – ribadisce – l’amministrazione più volte, ma non ho visto altro che grandi rassicurazioni. Mi sento un po’ presa in giro, soprattutto dopo il sopralluogo di ieri (ndr.11febbraio) effettuato da un professionista mandato dal comune che ha confermato che le condizioni della scalinata vanno bene". Ma è solo salendo con loro che ci si rende conto delle effettive condizioni che Cinzia e i suoi vicini evidenziano: "se per buona parte della scalinata – interviene Cinzia – il corrimano o è arrugginito o è sporco e vischioso; per il suo primo tratto invece è proprio mancante. I gradini – continua – o sono dissestati oppure scivolosissimi, e pericolosi, a causa di muschio ed erba. Passi l’antica mulattiera, è del primo tratto fino al numero civico 7 che noi chiediamo il rifacimento con una pavimentazione risanata completamente, il ripristino dei pianerottoli ai piani di accesso, un corrimano idoneo e un’adeguata illuminazione".
Alma Martina Poggi