REDAZIONE LA SPEZIA

Un corteo di 500 persone ’Fermiamo questa guerra’

Ha sfilato il mondo cattolico e non con pacificisti storici come Pietro Lazagna. L’appello a far ’tacere le armi’ e puntare a un negoziato fra le parti in conflitto. .

Un corteo di 500 persone ’Fermiamo questa guerra’

Paradossalmente non è illuso chi vuole la pace, è illuso chi pensa di risolvere le controversie con la violenza. E’ questo il messaggio di fondo, che è insieme un augurio e una speranza, proveniente dal corteo che hatraversato le vie del centro al grido di "Pace!". Circa 500 persone, che partite da Piazza Garibaldi e arrivate in Piazza Sant’Agostino, compiendo delle tappe per consentire gli interventi dei rappresentanti delle varie realtà che animano la manifestazione. C’è il mondo cattolico, il movimento non violento, la Cgil e anche diversi esponenti politici dell’area progressista. Non mancano, anche se sono minoranza, i giovani, preoccupati soprattutto dalla possibilità di un escalation nucleare. "Per la nostra generazione - spiega Antonio, studente universitario - questa guerra appare come un qualcosa di veramente anacronistico. Guardando la tv sembra di vedere i cinegiornali che ci mostravano a scuola durante le lezioni sulla seconda guerra mondiale." Per i ragazzi nati dopo il Duemila, abituati a viaggiare, ad essere cittadini del mondo, l’idea che quest’ultimo possa essere cancellato dalle esplosioni delle atomiche per una questione di confini territoriali appare assurda.

Accanto ai giovani gli anziani, dove spicca il vecchio ma sempre combattivo Pietro Lazagna, cattolico, ex professore di lettere, e storico esponente del pacifismo e dell’ambientalismo spezzino. "Dobbiamo arrivare, come si è fatto per la tortura e la schiavitù, a inserire la guerra come un fatto illegale. I conflitti armati, tutti quanti indistintamente, sono delle mostruosità aberranti. Non si può più consentire che siano considerati ammissibili giuridicamente. L’unico che ha questa posizione oggi è Bergoglio, e per fortuna c’è qualcuno che lo segue, ma ancora siamo troppo pochi"

Le parole di Papa Francesco, citato anche in qualche cartello, aleggiano un po’ in tutto il corteo, e la loro autorevolezza e lucidità nel denunciare l’assurdità della guerra sono un un vero riferimento. Poi la musica, con La guerra di Piero e We shall overcome, cantate da Renzo Cozzani e poi intonate da tutti. Preghiere laiche e cristiane che sembrano salire verso il cielo lentamente, invocando una sola cosa, la pace. Ma intanto, ancora oggi, tutti i segnali e le dichiarazioni dei protagonisti del conflitto, fanno pensare ad uno scontro destinato a protrarsi ancora molto a lungo.

Vimal Carlo Gabbiani