MARCO MAGI
Cronaca

Un malato immaginario irriverente. Granata e Chiodi insieme al Civico

L’ultima opera di Molière, ‘Il malato immaginario’, è tra i testi più fortunati e autobiografici del celeberrimo drammaturgo francese....

La compagnia degli attori diretti da Andrea Chiodi che porterà in scena, sul palco del Civico, ’Il malato immaginario’

La compagnia degli attori diretti da Andrea Chiodi che porterà in scena, sul palco del Civico, ’Il malato immaginario’

L’ultima opera di Molière, ‘Il malato immaginario’, è tra i testi più fortunati e autobiografici del celeberrimo drammaturgo francese. Dopo il successo degli allestimenti dedicati a classici come ‘La locandiera’ di Goldoni e ‘La bisbetica domata’ di Shakespeare – per cui Tindaro Granata è stato candidato al Premio Ubu –, l’attore siciliano e il regista Andrea Chiodi tornano a collaborare, e con loro l’attrice Lucia Lavia insieme a un cast di ottimi interpreti. Appuntamento, per la doppia tappa della stagione del Teatro Civico, domani e sabato sera, sempre con inizio alle 20.45.

E sarà un malato immaginario onirico e irriverente quello firmato da Chiodi, divertente e contemporaneo con il regista ad affidarsi all’adattamento e alla traduzione di Angela Demattè, compagna di lavoro e di vita, nel portare in scena le vicende familiari dell’ipocondriaco Argante, circondato da medici inetti e furbi farmacisti, ben felici di alimentare le sue ansie per tornaconto personale. Come l’avaro Arpagone, Argante è vittima di se stesso e burattino di chi gli sta intorno, prigioniero della sua stessa paura, un’ossessione – l’ipocondria – che in questa nuova versione del capolavoro di Molière diventa piena protagonista.

"La mia esplorazione e curiosità per questo testo – ha dichiarato Chiodi – inizia da questa battuta di Molière: ‘Quando la lasciamo fare, la natura si tira fuori da sola pian piano dal disordine in cui è finita. È la nostra inquietudine, è la nostra impazienza che rovina tutto, e gli uomini muoiono tutti quanti per via dei farmaci e non per via delle malattie’. Una visione che fa un po’ paura, ma che, allo stesso tempo, mi intriga moltissimo". Il 1673 è l’anno di composizione dell’opera e della scomparsa dell’autore: un nuovo attacco di Molière contro i medici, che testimonia, ancora una volta, il suo odio viscerale per questa categoria. "Molière – scrive Giovanni Macchia, tra i francesisti più autorevoli del Novecento – è uno scienziato delle nevrosi. È un uomo malato, che teme di morire, ma che sa anche che ridere e far ridere è una difesa contro quelli che erano i suoi stessi mali: la gelosia, il dolore, l’ansia, la malinconia. C’è, dunque, dietro commedie che sembrano fatte di comicità persino farsesca, l’ombra di un autoritratto, un gioco tra assenza e presenza".

Per informazioni e biglietti (anche sulla piattaforma Vivaticket) rivolgersi al botteghino del Teatro Civico, con ingresso da via Carpenino, aperto dalle 8.30 alle 12, con info allo 0187 727521 o inviando una mail a [email protected].

Marco Magi