Le esigenze di artisti e cittadini si sono incontrate sulla stradina che taglia il centro storico. Sotto una corazza di ferrotubi che abbraccia da una vita Casa Torre, simbolo medievale tutelato dalla Soprintendenza ma da una vita lasciato nelle mani del degrado. Un gruppo di artisti sostenuto anche dai residenti di via Biassa hanno deciso di scendere in strada con una manifestazione colorata per sollecitare il Comune di Spezia ad accendere il faro dell’interesse sulle sorti dell’immobile abbandonato ma anche sul mondo dell’arte e cultura cittadina. Hanno deciso di lasciare a ricordo del flash mob un pannello colorato sul momento poi portato in piazza Europa. A guidare il movimento che ha unito artisti e cittadini è stato l’avvocato Luca Benedetto. "Vogliamo denunciare – ha spiegato – il completo abbandono del patrimonio culturale di Casa Torre ma anche di una adeguata politica culturale cittadina. Da anni chiediamo la nomina di un assessore alla cultura e la promozione di eventi culturali che restituiscano prestigio alla città. Il nostro segnale vuole evidenziare le lacune di una amministrazione non all’altezza per candidarsi a Capitale Italiana della Cultura". Due obiettivi dunque si sono incrociati nel vicolo attraversato da residenti e turisti ma sovrastato dalle impalcature. "Ci sono stati episodi emblematici della scarsa attenzione del Comune nei confronti dell’arte e dei suoi rappresentanti. Lo dimostra la rimozione qualche mese fa della statua di Sergio Tedoldi, parcheggiata in un magazzino comunale oppure la decisione di inaugurare il Teatro Civico con l’Orchestra di Sanremo piuttosto che quella del nostro Conservatorio". A lanciare l’appello sulle condizioni di degrado di Casa Torre sono stati proprio gli abitanti delle case confinanti. "Vedo queste impalcature – commenta un residente – da quando ero bambino. Chiediamo una soluzione alla problematica di sicurezza e igiene per ridare dignità a questo spazio nel cuore della città. L’immagine che offriamo ai turisti è questo edificio storico che sembra poter crollare da un momento all’altro". E così l’idea di lanciare un segnale, utilizzando l’ingresso di un portone come base di appoggio e un muro per esporre l’installazione disegnata, colorata e firmata dai partecipanti e passanti. "Vogliamo sensibilizzare la città e l’amministrazione e chiedere il rispetto per la nostra storia". Tra gli artisti presenti al flash mob Pietro Bellani.
"Questa città – ha spiegato – ha sempre avuto grandi iniziative culturali. Non dimentichiamo che organizzavamo il Premio del Golfo famoso in tutta Italia al quale hanno preso parte artisti di fama internazionale. Ho raggiunto la bella età di 80 anni e ho preso parte a tante manifestazioni ma soprattutto ho sempre conosciuto il tessuto artitico spezzino. Adesso non ho idea di cosa sia il movimento giovanile, perchè i giovani non hanno spazi a disposizione per farsi conoscere. Noi aveamo 11 gallerie d’arte, un mondo scomparso. Esiste il Camec che funzionerà soltanto se si crea un movimento avvolgente intorno. Bisogna portare gli artisti all’interno delle gallerie e dare visibilità al loro lavoro. Non possono esporre nei bar". Ha voluto lasciare il proprio contributo artistico anche la pittrice Gloria Giuliano. "Siamo tra le città candidate a Capitale della cultura e poi lasciamo al degrado beni come casa Torre e non sosteniamo il movimento artistico cittadino. Sono anni che cerchiamo di ripristinare il Premio del Golfo senza successo. Sono stati tagliati gli spazi pubblici a disposizione dei giovani e degli esponenti dell’arte locale". Abbiamo chiesto un commento al sindaco Pierluigi Peracchini che ha preferito non rispondere direttamente alla polemica rimandando però, come replica, al resoconto delle tante iniziative artistiche organizzate dal Comune. Soddisfazione per l’iniziativa e la raccolta di firme invece è stata espressa dal consigliere comunale di opposizione Andrea Montefiori
Massimo Merluzzi