Trascorsi politici e tante idee con un’impronta femminile. Dopo le esperienze come consigliera e assessore ai servizi sociali, alla cultura e alla pubblica istruzione nel Comune di Luni e consigliera provinciale, Carola Baruzzo è presidente provinciale dell’assemblea del Pd, presidente del Museo audiovisivo della Resistenza e lavora come operatrice di patronato. "Essere donna – esordisce – ti porta ad esser più vicina a certe questioni come il lavoro e l’aborto. La condizione femminile è contrassegnata da più difficoltà, non solo per i salari più bassi, ma anche per le maggiori difficoltà incontrate per fare carriera, e per gestire indipendenza e carichi familiari. Dal mio lavoro ho un osservatorio privilegiato, ma penso che possiamo portare maggiori soluzioni in politica e affrontare le questioni in modo diverso, con il dono della praticità e della concretezza".
Che dice della coalizione di centrosinistra?
"Abbiamo pagato tensioni nazionali e resto convinta che sia ampia e coesa, mi auguro che il mondo dei riformisti abbia presente che la sfida è enorme e sostenga la proposta di Orlando. La lista ligure, costruita sul campo, può rappresentare un laboratorio nato per dare risposte ai problemi di questa regione e delle persone".
Cosa serve alla Liguria, secondo lei?
"Per me è importante la cultura, a cui dedicherei un grande piano regolatore per creare reti sugli eventi. Servono impieghi di qualità e con stipendi giusti per i giovani: vengono usati come tema da campagna elettorale, ma dovremmo guardare a ciò che sono, cioè nativi digitali nell’incertezza di una congiuntura, fra guerre, pandemia e crisi economica, e devono esser ascoltati. Per loro servono diritti legati ai temi abitativi per favorire studio e indipendenza, salari minimi a 9 euro – anche per le donne –, tirocini a 800 euro".
Chiara Tenca