
La Torre donata da Guinigi alla moglie è al centro di un progetto turistico . Il disegno di recupero è pronto da tempo, ma adesso servono i contributi .
Si dice che la torre sia uno sfizioso regalo di Paolo Guinigi, signore lucchese che acquistò Ortonovo dai visconti, alla moglie Ilaria Del Carretto per consentirle di ammirare la valle fino al mare dalla vetta della costruzione. Ci pensarono poi i genovesi alla fine del 1400 a completare l’opera aggiungendo un piano che infatti è caratterizzato da uno stile architettonico differente. La Torre del Guinigi è, insieme alla chiesa di San Lorenzo e al Santuario del Mirteto, il simbolo del paese. Ha retto l’urto del tempo vacillando però una decina di anni fa quando una tempesta di vento arrivata dal mare mandò in frantumi piastre di arenaria costringendo il Comune a una serie di interventi grazie anche al contributo della Fondazione Cassa di Risparmo della Spezia partendo dal basamento. Si è così accesa l’idea di poter utulizzare quel cilibro di pietra che svetta nel borgo non soltanto come biglietto da visita ma come spazio culturale. Per questo il Comune ha deciso di partecipare al bando ministeriale Art Bonus per consentire il completamento dei lavori e la trasformazione dello spazio interno già suddiviso per i primi tre livelli con un impalcato ligneo mentre per gli ultimi livelli si tratta di apparati voltati. "Il recupero della torre rienta nel lungo elenco di interventi – spiega il sindaco Alessandro Silvestri – che nel corso degli anni abbiamo messo in atto sia con risorse nostre che attraverso finanziamenti e contribuiti. Naturalmente oltre alla parte storica dobbiamo far fronte alle emergenze che sono soprattutto legate alla fragilità della collina, all’impianto di illuminazione e ai sottoservizi". La collaborazione con i residenti è preziosa come lo dimostra il recupero del ciottolato che conduce al Santuario di Nostra Signora del Mirteto. "Un luogo particolarmente amato e non soltanto dalla nostra comunità religiosa – conferma l’assessore e appassionato di storia locale Massimo Marcesini – che fa parte della tradizione. Basti pensare che in occasione della ricorrenza il 7 e 8 settembre si partiva a piedi addirittura da Castelpoggio e non soltanto dalla piana per la processione. Da qualche tempo inoltre è entrato a far parte del progetto di ospitalità diffusa unendo l’aspetto storico alla modernità dei tempi. La salvaguardia delle tradizioni è ancora particolarmente sentita in paese. E lo dimostra il carattere degli ortonovesi, orgogliosi delle proprie radici e della fatica del lavoro. Da qui partivano in piena notte per raggiungere a piedi le cave di marmo a Carrara senza neppure essere certi di lavorare. E proprio la conoscenza di come ci si guadagna il pane ogni giorno e l’importanza della compattezza è una caratteristica ancor oggi tipica degli abitanti". Massimo Merluzzi