Una barca della legalità. Dedicata al magistrato

Teta, confiscata alla criminalità, intitolata a Francesco Coco, ucciso dalle Br. L’evento ieri a Genova. Il Bavaria 34 era utilizzato per il traffico di migranti.

Una barca della legalità. Dedicata al magistrato

La barca a vela Teta, modello Bavaria 34, confiscata alla criminalità organizzata

Una ’barca della legalità’ intitolata a Francesco Coco, procuratore generale ucciso dalle Brigate Rosse a Genova l’8 giugno 1976 insieme agli agenti della scorta Giovanni Saponara e Antioco Deiana. La cerimonia si è tenuta ieri nella sede genovese della Lega Navale al porticciolo Duca degli Abruzzi, nell’ambito della campagna ’Mare di Legalità’, approdata nella città della lanterna in occasione del 64° Salone Nautico. Teta, un’ imbarcazione modello Bavaria 34 confiscata alla criminalità organizzata, è stata affidata dallo Stato alla Lega Navale della sezione di Lerici per lo svolgimento di attività di pubblico interesse. Una cerimonia toccante, alla presenza dei parenti del magistrato, che suggella la presenza della Lega Navale al Salone Nautico. L’ente, presente con uno stand espositivo (N24 nell’area Boating Discovery; ndr) dove è possibile conoscere le attività associative e iscriversi all’associazione ha portato a Genova una delle proprie iniziative istituzionali, la campagna ’Mare di Legalità’, che vede protagonista anche Teta. Salpata con otto barche lo scorso 28 giugno da Ostia alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la campagna della Lega navale italiana ha percorso quest’estate migliaia di miglia nei mari italiani. Grazie a questa iniziativa, sono stati avvicinati alle attività nautiche centinaia di giovani e adulti, con particolare attenzione alle persone con disabilità e ai soggetti provenienti da contesti di disagio sociale ed economico.

Teta, unica ’barca della legalità’ presente in Liguria, fa parte di un contingente di ventuno barche assegnate alla Lega Navale dopo un passato impiego nel traffico di migranti e di stupefacenti. Nello svolgimento delle attività, gli equipaggi porteranno nei porti, nelle città e nelle scuole la storia della barca e della vittima cui è stata intitolata. L’immagine e il nome della vittima è stata raffigurata sulla randa e sulla vela di prora di queste barche che, in occasione delle soste nei porti, esporranno in banchina un gonfalone che riporta il passato dell’imbarcazione e la biografia della persona cui è stata associata. "Tutte le barche sono diventate testimoni dei valori e delle storie delle vittime della mafia e del terrorismo cui sono state intitolate, diventando così un simbolo di legalità e di utilizzo virtuoso di beni sottratti al malaffare" spiegano dalla Lega Navale.