
La frazione lericina porta ancora oggi i segni di un passato importante "Qui risiede una popolazione autoctona tra le più antiche della Liguria".
"Cos’èi chi vorìa die ‘ stò nome – Sèra – che ‘n dialèto g’è ‘n botìro che ‘n bòca i se sfa? Mai na vota ch’a l’àvia dimandà. De pu me ‘mprémia savée (e tanto pur de die) che chi a son ciamà, giutà a vive, a moìe." Il borgo de La Serra è una vera e propria culla di cultura, storia e tradizioni e, per questo, non è un caso, sono proprio i versi dello scrittore e poeta Paolo Bertolani – che qui ha i suoi natali - a dare il benvenuto ai visitatori ma, soprattutto, a chiamare "a vive" oggi i suoi quasi trecento abitanti. A chiamare alla vita un borgo intero. "La Serra è un paese molto antico – esordisce Bernardo Ratti (nella foto sotto) – oltretutto la storica popolazione autoctona è una delle più antiche della Liguria e probabilmente deriva dal borgo chiamato Pietratecta, che era sito su alla Rocchetta. Per il nome, c’è chi sostiene che il riferimento sia al verbo ‘serrare’ e che pertanto indicasse un luogo chiuso; altri invece pensano che possa riferirsi al fatto che sia sempre esposto alla luce del sole. Con certezza sappiamo solo che originariamente La Serra era un vecchio manso medievale con funzione non abitativa bensì legata all’attività della pastorizia; e che insieme a tanti altri paesi nelle vicinanze era di riferimento per il paese medievale di Barbazzano, situato sopra Tellaro, alle dipendenze del vescovo-conte. Queste sono le notizie che ci sono giunte rispetto al codice Pallavicino che è il documento di riferimento per quanto riguarda la storia locale dal 1200 in poi. I primi insediamenti umani in questa zona – continua Ratti – erano di persone dedite per lo più alla coltivazione della terra e alla pastorizia: abitanti dunque di un borgo che, seppur dalle alture guardava il mare attirandone i naviganti, rimaneva comunque contadino e ultimo paese ad abbandonare l’attività agricola".
È un dedalo di carugi -‘carobbi’ come li chiamano i serresi - il borgo de La Serra e prendendo via Tanca, in origine chiamata ‘la via dritta’ perché ortogonalmente attraversa l’intero paese portando dritti alla chiesa di San Giovanni decollato; si arriva alla cosiddetta ‘via delle fontane’ dove si trova l’antico lavatoio e la sua epigrafe "I partiti comunista e socialista della Serra in onore dei caduti di Modena. La Serra 1951" "Questa è la fontana ‘del simo’ che sta in cima – continua Bernardo Ratti – prima della sua costruzione, gli abitanti andavano a lavare direttamente alle sorgenti naturali" . "Noi oggi – gli fa eco Guglielmo Chiappini – ci serviamo ancora di questo antico lavatoio per lavare le lumache in occasione della sagra e vorremmo che questo luogo storico e ricco di memoria venisse riqualificato dal comune di Lerici, perché lo riteniamo un sito importante e valore aggiunto al nostro borgo. La proposta che facciamo quindi è quella di una ristrutturazione che lo renda anche spazio per la fruizione di eventi ed esposizioni".
Alma Martina Poggi