MATTEO MARCELLO
Cronaca

"Una darsena nell’area Enel". La proposta di Confartigianato per la Blue economy spezzina

L’associazione con gli architetti Ruggia e Schiffini lancia l’idea e ’chiama’ le istituzioni. Previsto un canale navigabile fino a Pagliari. "Enormi possibilità di sviluppo, crediamoci".

L’ex centrale Enel di Vallegrande al centro di un progetto presentato da Confartigianato

L’ex centrale Enel di Vallegrande al centro di un progetto presentato da Confartigianato

Una darsena scavata laddove si bruciava il carbone, collegata al mare da un canale navigabile di quasi un chilometro. Una "proposta per il futuro del territorio e dell’economia provinciale", per dirla con le parole dei vertici di Confartigianato, associazione che nel dibattito sul futuro delle aree in via di dismissione della centrale Enel di Vallegrande entra a piedi uniti con un progetto rivoluzionario, elaborato dagli architetti Cristiano Ruggia e Andrea Schiffini, e destinato a far discutere. L’intervento proposto dall’associazione di via Fontevivo si estende su un’area di 270mila metri quadrati, con la creazione di uno specchio acqueo artificiale di 52.480 metri quadrati nel cuore dell’ex centrale, collegato al mare con un canale di larghezza compresa tra 20 e 37 metri e profondo 4 – esperti della società Navigazione golfo dei Poeti hanno verificato la validità tecnica del progetto – che ’sfocia’ nell’attuale darsena di Pagliari e da lì al mare. Previsti capannoni per 100mila metri quadrati, e una nuova viabilità di 2,5 chilometri a servizio delle nuove strutture. Secondo il progetto – che avrebbe preso le mosse dall’esigenza delle aziende di disporre di aree a terra e a mare –, il ricircolo delle acque sarebbe garantito da un sistema che andrebbe a integrare anche le attuali prese d’acqua utilizzate da Enel. Ma, soprattutto, la realizzazione delle opere secondo lo studio idraulico dell’ingegnere Riccardo Marangoni permetterebbe di mitigare il rischio idraulico in gran parte dell’area industriale del levante spezzino (oggi in zona rossa; ndr), tanto che la stessa associazione stima in 100 ettari la superficie che sarebbe liberata dai vincoli idrogeologici grazie all’intervento. "Ci sarebbe la possibilità di creare capannoni per la grande nautica, mentre sul canale navigabile lungo un chilometro potrebbe insediarsi la filiera collegata – spiega l’architetto Andrea Schiffini –. Questo intervento prevede anche l’incremento e la ricucitura della viabilità, creando un anello attorno al canale che alleggerirebbe il traffico nella zona del porto commerciale". Dal punto di vista urbanistico servirebbe una ricalibratura della variante al piano urbanistico decisa dal Comune della Spezia nel 2022. "È un progetto molto flessibile in cui tanti attori interessati possono trovare una risposta – rilancia l’architetto Ruggia –. Ci sembra il modo più efficiente per favorire la presenza della blue economy, che già conta una grandissima concentrazioni di aziende in questa parte di città. Serve alla nautica, ma può servire anche al porto". Secondo l’associazione, anche da un punto di vista delle proprietà delle aree interessate dal piano la situazione "è quantomai favorevole" considerato l’esiguo numero di interlocutori: Enel, Comune, Regione e una piccolissima parte di terreni di Marina Militare e AdSp. "Il settore produttivo legato al mare ha ancora grandi potenzialità ma soffre della carenza di spazi a mare e a terra. Si tratta – dicono i vertici dell’associazione – di un progetto importante che solo con il coinvolgimento di tutte le istituzioni e delle parti sociali potrebbe vedere la realizzazione. Crediamo che possa essere percorsa la strada della ricerca dei finanziamenti da parte degli enti. Ci sono i grandi player della nautica che potrebbero essere interessati a investire, e potrebbero intervenire anche Autorità portuale, Regione e ministero". Il costo delle opere? Diverse centinaia di milioni di euro. "Vogliamo lanciare un’idea, vogliamo regalare un sogno: quello che un domani, uscendo dalla galleria per venire in città, sulla sinistra gli automobilisti possano trovare il mare. Quest’area rappresenta l’opportunità di crescita della città per i prossimi decenni, un po’ come fu la realizzazione dell’Arsenale marittimo militare" aggiungono da Confartigianato evidenziando come, nonostante il progetto ricada nel lotto 2 che Enel vuole dismettere, "nel bando esistono clausole di salvaguardia, richiami alla natura non vincolante del bando stesso e facoltà di recesso da parte di Enel. Siamo convinti che ci sia spazio per molte progettualità". Un progetto che peraltro non andrebbe a inficiare un’altro studio preliminare di grande impatto: quello di Confindustria per la realizzazione di un collegamento rapido tra La Spezia e Arcola.