
"Una legge per i muretti a secco". Natale rilancia sulla prevenzione
"È il momento di dare gambe a quegli strumenti che permettano una più semplice ed efficace manutenzione dei muri a secco. Un anno fa abbiamo presentato l’idea di una legge in merito, passata al vaglio della commissione agricoltura del consiglio regionale ma poi non più programmata. I tempi sono maturi per un cambio di passo sul tema del dissesto idrogeologico e del recupero dei terreni delle Cinque Terre". A rilanciare sul tema della manutenzione di uno dei patrimoni delle Cinque Terre è Davide Natale, consigliere regionale del Partito democratico. In quel disegno di legge si proponeva la creazione di una squadra di manutentori in dotazione al Parco nazionale delle Cinque Terre. "La formazione di nuovi manutentori da parte del Parco, mette a disposizione del territorio una forza lavoro qualificata e specializzata che potrebbe intervenire per recuperare quei muri che, per diversi motivi, non vengono ripristinati. Un’opportunità da valorizzare e di cui la Regione Liguria si deve fare interprete". Il passaggio legislativo, secondo il consigliere regionale spezzino, deve sottendere a un passaggio culturale. "Bisogna approvare una normativa che faccia sì che il muro a secco venga concepito come un patrimonio pubblico, basando questa considerazione sul fatto che sia il riconoscimento di Parco nazionale che di sito tutelato dall’Unesco partono dalla particolarità del paesaggio architettonico il cui venire meno potrebbe fare venire meno tali titoli – sottolinea il consigliere dem –. Le persone formate sul territorio possono mettere in pratica un disegno più ampio di manutenzione dei terrazzamenti costieri, con le loro peculiarità. Le legge deve permettere di intervenire anche dove i proprietari privati non possano o non vogliano mettere mano, sugli appezzamenti ormai abbandonati o che sono in prossimità dei sentieri più battuti, passando alla logica delle prevenzione piuttosto che alla rincorsa dell’emergenza e della riduzione del danno a cose fatte".
"I Comuni attraverso una pianificazione degli interventi propongono al Parco, che in base alle disponibilità stabilisce una scala di priorità, gli interventi da effettuare – rilancia Natale –. Questa misura si somma a quanto previsto dal Piano di sviluppo rurale e alle risorse che annualmente il Parco mette a disposizione degli agricoltori. Una normativa che qualche mese fa sembrava ad alcuni solo un sogno, oggi deve poter diventare realtà. Serve un’accelerata decisiva e serve adesso".