
Un progetto espositivo inedito dedicato a uno degli artisti del territorio più conosciuti ed apprezzati, Ercole Salvatore Aprigliano. Una mostra a lui dedicata aperta da oggi al Camec fino al 25 settembre. A curarla è Valerio P. Cremolini per affrontare nel grande e piccolissimo formato le tematiche predilette dal pittore: la visione del paesaggio e dei luoghi frequentati (oltre ai dintorni, la città degli anni passati); il ritratto, sapientemente interpretato, l’autoritratto, coltivato dalla gioventù alla maturità. Un’ampia sezione è dedicata al disegno e alla xilografia, territori nei quali Aprigliano si muove con talento, esprimendo la sua propensione originale e versatile. Ad arricchire questa nuova indagine intorno all’artista, sono esposti i ritratti che ad Ercole Salvatore hanno dedicato il maestro Felice Del Santo e gli amici Enrico Carmassi, Guglielmo Carro, Giuseppe Caselli, Rino Mordacci, oltre ad alcuni attrezzi del mestiere conservati dalla famiglia: l’amata tavolozza, il cavalletto, il torchio impiegato nella incisione su legno. La vocazione di Ercole Salvatore Aprigliano per l’arte matura in età adolescenziale, quando Ercolino – così lo chiamavano – , contrariamente ai desideri della famiglia, quindicenne, bussa alla porta dello studio di Felice Del Santo.
I tempi della sua giovinezza sono immersi nel ricco ambiente culturale spezzino: ricordiamo il sodalizio con il coetaneo Caselli, con lo scultore Carmassi, che gli sarà amico per sempre, con Emilio Mantelli, Francesco Gamba e Giovanni Governato, figure autorevoli della xilografia, che ebbe ne ‘L’Eroica’ di Ettore Cozzani e Franco Oliva una sede di prestigioso rilancio; con il viareggino Lorenzo Viani e altri influenti autori, quali Amilcare Bia, Eugenio Brandolisio, Antonio Discovolo, Pietro Gaudenzi, Augusto Magli fino ai più giovani pittori che Aprigliano riceveva e consigliava amabilmente. La mostra intende anche ampliare gli studi già dedicati all’autore attingendo dall’inedito corpus di opere appartenenti agli eredi.
Marco Magi