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Umberto Smaila assieme al sindaco Peracchini e al presidente del consiglio Piscopo
"Una diaspora unica, una città come Fiume dove l’ottanta per cento degli abitanti se n’è dovuto andare. Solo recentemente i governanti hanno deciso di occuparsi di queste vicende, prima non se ne parlava proprio. Queste storie nelle pagine dei testi scolastici sono state saltate". Così Umberto Smaila, celebre showman figlio di esuli istriani, è intervenuto ieri come relatore nel corso delle celebrazioni del Giorno del ricordo organizzate in Sala Dante dal Comune della Spezia, che ha visto anche gli interventi del presidente del consiglio comunale Salvatore Piscopo, del sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini e del presidente della sezione spezzina Associazione nazionale Venezia-Giulia Dalmazia, Andrea Manco. E proprio il sindaco Peracchini nel corso del suo intervento ha annunciato che il Comune riceverà un’importante donazione libraria.
"Un esempio concreto di questo impegno nella conservazione della memoria è dato dall’Associazione culturale libertà e società, che donerà al Comune una serie di volumi di straordinario valore, appartenuti all’esule giuliano-dalmata Amorino Armenio. Questi libri, che saranno donati dai figli dell’esule, rappresentano una testimonianza storica di eventi legati a una delle pagine più drammatiche della nostra storia. L’amministrazione – ha detto Peracchini – ha accolto con favore questa iniziativa, decidendo che i libri saranno messi a disposizione nelle biblioteche civiche, affinché possano essere consultati da tutti. Si tratta di una risorsa preziosa non solo per documentare ciò che è accaduto, ma anche per trasmettere alle nuove generazioni i valori fondamentali come la non violenza, la solidarietà, la democrazia e l’apertura verso gli altri, principi che costituiscono le fondamenta della nostra Italia e della nostra Europa".
"Oggi, però – ha rilanciato Peracchini – non possiamo parlare del passato senza guardare al presente e al futuro. La memoria delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata è un monito per la nostra coscienza civile. Ci interroga: cosa stiamo facendo oggi per evitare che simili tragedie possano ripetersi? Cosa stiamo facendo per proteggere la pace, il rispetto e la convivenza tra popoli e culture diverse? La nostra risposta deve essere chiara: non possiamo lasciare che l’odio e l’intolleranza prendano piede".