‘Io non sono come le altre’ non è solo una storia di malattia e resilienza, ma un’indagine sull’animo umano, raccontata con quel disincanto che caratterizza lo stile unico della spezzina Emanuela Messina. Lo spettacolo programmato per stasera, alle 21, al Dialma di Fossitermi con il patrocinio del Comune della Spezia, invita il pubblico a riflettere sul ruolo delle donne nella società, sui sacrifici che spesso le caratterizzano e sul coraggio necessario per riconquistare se stesse. "Questo soggetto nasce purtroppo dalla mia esperienza familiare – racconta Messina – . Mia madre, dopo una mastectomia, uscendo dalla sala operatoria mi disse: ‘Sono una donna finita’. Quella frase ha risuonato in me per anni, mi ha fatto riflettere sin da subito quanto fosse delicato, per una donna, rinunciare al simbolo della maternità e della femminilità stessa. Un pensiero che è arrivato a divenire un progetto teatrale, che indaga il dramma di tante donne, ma anche la forza vitale che emerge quando si tocca il fondo".
Lo spettacolo, incentrato sull’universo femminile e le sue infinite sfumature, parla di emozioni, desideri e aspirazioni che spesso trascendono l’aspetto fisico e trovano rifugio nella tenerezza e nel calore familiare. Attraverso una narrazione che mescola dramma e riflessione, Messina esplora i meccanismi psicologici di una donna alle prese con un doppio trauma: la malattia e la fine di un matrimonio. "E come amo fare con i protagonisti delle mie storie, si sviluppa un percorso di trasformazione positiva, un riscatto". A recitare nella pièce sono Marco Cimmino e Antonella Rebisso, con la partecipazione straordinaria di Roberto Di Maio, capaci di dare vita a personaggi intensi e profondi, guidati dalla regia di Messina. Uno spettacolo, che non si limita a raccontare il dolore, ma celebra la capacità dell’essere umano di risollevarsi, con un istinto vitale che, come spiega l’autrice, "vince sempre sulla morte".
La scena si svolge in una stanza d’albergo, durante una lunga notte, dove una donna di mezza età si confronta con un gigolò che ha deciso di chiamare. Questa scelta diventa il pretesto per mettere a nudo dolore, fragilità e aspirazioni di una vita segnata da eventi che hanno sconvolto ogni equilibrio: ha dovuto affrontare una mastectomia e un divorzio, eventi che Messina descrive come vere deflagrazioni nella vita di donne cresciute in un’epoca che le ha spesso relegate al sacrificio totale per la famiglia. Ancora pochissimi posti dei 150 del Dialma, con una ventina di biglietti donati da Messina al Comitato assistenza malati dell’ingegner Perioli. "Un’associazione eccezionale, da decenni impegnata nella prevenzione e nella cura di questo genere di malattie".
Marco Magi