LA SPEZIA
Quanto è distante il 27 aprile? Sedici partite di campionato senza perdere (l’ultima, quel giorno, contro il Parma). Una vita, se si considera la crescita continua dello Spezia. Una squadra che è tornata da Brescia dopo aver compreso ancor di più, che il suo percorso non è certo quello della bassa classifica. Ma davvero, però, ci sono ‘grandi’ analisti che si preoccupano perché gli aquilotti non vincono abbastanza? Prima di parlare di crisi di vittorie e di risultati, con un curriculum di tutto rispetto come quello palesato negli ultimi sei mesi, è bene che ragionino meglio. Due pareggi non devono preoccupare, anche se si sommano ad altri quattro e a ‘soli’ (in proporzione) cinque successi. Così come subire gol soltanto su una magistrale punizione. Non chiamiamolo errore, ma episodio, ed evitiamo di puntare il dito contro l’arbitro. Non ha mai fruttato e neanche portato fortuna. Non solo, Manganiello era talmente vicino che i dubbi – sul possibile fallo di mano di Juric prima del fallo di Salvatore Esposito, che ha fruttato la punizione decisiva di Verreth – devono essere fugati in un attimo (senza neppure tirare in ballo il Var). Una discordanza, in negativo, proprio il centrocampista col numero 5, l’ha invece messa in evidenza: ha sbagliato a calibrare la battuta di tre corner e quattro punizioni. Fatto anomalo in questa stagione per lui, considerando che 13 dei 15 gol dello Spezia derivano proprio dalle palle inattive, per la maggioranza partite dal suo piede. Con la certezza di non avere Bandinelli (infortunio) e Vignali (squalificato), ora gli spezzini si preparano ad accogliere il Modena al Picco sabato pomeriggio. Ma per due assenti, ecco due presenti importanti: Kouda, che si è rivisto dopo 177 giorni e dal quale ci si aspettano cavalcate e idee; e Candelari, che con dei dribbling che ricordano (e non poco) quelli di Roberto Baggio, nel giro di poco tempo potrebbe perfino far dimenticare un big come Verde, sebbene debba spesso lasciare spazio ai compagni, sacrificato in virtù del modulo (anche avversario). I nostri complimenti li rivolgiamo poi a Gori, proprio dopo aver rimediato il primo gol in cinque gare. Perché sulla punizione dell’1-1 il portiere non poteva farci niente, ma al 16’ della ripresa l’abbiamo visto uscire e respingere di pugno quasi al limite dell’area: sta decisamente prendendo, giorno dopo giorno, minuto dopo minuto, una grande sicurezza. E si sa, un buon portiere (come lo è pure Sarr), fa la stessa differenza in campo di un superbomber.
Marco Magi