Uncinetto e socialità. Le ricamatrici trovano casa. Il Comune concede la sala

A Riccò l’amministrazione mette a disposizione uno spazio per aggregarsi "Queste donne rappresentano un valore aggiunto per la nostra comunità".

Uncinetto e socialità. Le ricamatrici trovano casa. Il Comune concede la sala

Uncinetto e socialità. Le ricamatrici trovano casa. Il Comune concede la sala

Sono oltre cinquanta, sparse un po’ in tutte le frazioni comunali, e almeno due volte a settimana si ritrovano, da ormai dieci anni, per socializzare tra un ricamo e un colpo d’uncinetto. Protagoniste, le ricamatrici di Riccò del Golfo, alle quali il Comune guidato da Loris Figoli ha voluto dedicare un progetto sociale mettendo gratuitamente a disposizione una sala situata nei pressi della biblioteca comunale. Il progetto “Ricamiamo la socialità“, oltre a offrire un punto di ritrovo all’ormai celebre gruppo di ricamo riccolese, vuole perseguire finalità sociali, nella consapevolezza che favore l’incontro possa essere non solo un importante antidoto contro l’isolamento e la solitudine delle persone anziane, ma possa anche favorire l’interazione generazionale. Il piano, che prevede il pagamento delle utenze a carico dell’amministrazione comunale, vedrà il gruppo di ricamo radunarsi il martedì e il giovedì: i lavori realizzati saranno poi esposti alla festa patronale di Santa Croce e in altre occasioni. "All’inizio delle scorse festività, la consegna da parte del gruppo di Ricamo di una scarpetta rossa ricamata su un telo di lino mi ha fatto pensare a modalità per rendere ufficiale e valorizzare un patrimonio culturale e sociale vivace e vario, affinché fosse chiaro che rappresenta un valore aggiunto per tutta la nostra Comunità – afferma il sindaco Loris Figoli –. Occorreva dare un giusto riscontro civico ad una popolazione attiva e moderna, credo che anche con riconoscimenti civici si possa tutelare l’impegno spontaneo e il patrimonio sociale. Chiedere di pagare per occupare una sala dove esercitarsi a ricamare penso sia immorale, a fronte del guadagno sociale per tutta la comunità se quel gruppo diventa virale nel far cose insieme nei locali della collettività". A Riccò, ragazze e signore hanno deciso che alla tv e al palmare si può affiancare un passatempo culturale dal forte senso di condivisione e appartenenza. "È una prova di ciò che dico spesso: a Riccò si vive anche e soprattutto per scelta, come è stato per la fondatrice del gruppo, la signora Arcangela, che è arrivata anni fa come moglie del comandante della locale caserma dei Carabinieri ed è rimasta come cittadina rappresentativa e identitaria. Il Comune riconosce il valore sociale e culturale della pratica del ricamo, ma soprattutto di ogni modalità di riunirsi insieme, del far comunità in un’altra modalità oltre quelle sportive o strettamente legate al volontariato – dice Figoli –. A Riccò, in questi anni, con spontaneità e creatività, si fa paese al circolo dei lettori in biblioteca, così come ricamando: una comunità che vive di relazioni e che attraverso queste cresce".

Matteo Marcello