
Il Tribunale della Spezia ha condannato una clinica medica e la società proprietaria di un’apparecchiatura sanitaria al pagamento di un risarcimento di diverse migliaia di euro a favore di due uomini
La Spezia, 31 marzo 2025 – Invitati a sottoporsi a un trattamento estetico gratuito, hanno rimediato ustioni da freddo tali da costringerli a recarsi al pronto soccorso del Sant’Andrea. Una disavventura, quella occorsa a due uomini residenti in provincia, che nei giorni scorsi ha visto il pronunciamento del Tribunale civile della Spezia, che ha condannato in solido una clinica medica e la società proprietaria di un’apparecchiatura sanitaria al pagamento di un risarcimento di diverse migliaia di euro a favore dei due uomini.
La vicenda affonda le sue radici nell’autunno del 2021, quando i due uomini si erano sottoposti a un trattamento di criolipolisi – un trattamento di medicina estetica non invasivo, che consente la riduzione del tessuto adiposo localizzato attraverso l’uso del freddo – svolto a titolo gratuito dalla clinica medica con un macchinario di proprietà di una società terza, apparecchiatura che la clinica intendeva provare per valutarne l’acquisto. Tuttavia, nel corso del trattamento, entrambi gli uomini avevano lamentato forti dolori e, ciononostante, l’operatore che aveva impostato il macchinario (tecnico dell’azienda produttrice del dispositivo) non aveva interrotto la terapia. Al termine del trattamento, gli attori avevano avvertito forti bruciori nelle aree interessate dal trattamento tanto che, il giorno successivo, si erano recati all’ospedale Sant’Andrea, dove venivano riscontrate dai medici del pronto soccorso ustioni da freddo di secondo e terzo grado.
A nulla sono valsi i tentativi di mediazione avviati dai due uomini per cercare di chiudere la vicenda in maniera bonaria, a fronte dei disagi e delle sofferenze lamentate: così, la vicenda è entrata in Tribunale, per effetto del procedimento avviato da Luca Bicci, legale delle due persone, la cui tesi ha fatto breccia, portando il giudice Gabriele Romano a condannare in solido la clinica medica e la società proprietaria del macchinario a pagare un risarcimento per i danni patrimoniali e non: la prima (che ha chiamato in causa la compagnia assicurativa) per aver tenuto “una condotta imprudente allorquando, pur manifestando entrambi gli uomini forti dolori durante la somministrazione del trattamento, non ha disposto l’interruzione”, la seconda quale produttrice e proprietaria dell’apparecchiatura “il cui utilizzo ha causato i danni patiti dagli uomini, nonché per avere – per il tramite di un tecnico dalla stessa incaricato – concretamente diretto ed eseguito il trattamento dannoso, posizionando i manipoli e impostando i parametri del macchinario”. Clinica e società sono state condannate anche al pagamento delle spese processuali.