CORRADO RICCI
Cronaca

Utero perforato, maxi-risarcimento. Conto da 350mila euro per Asl e medico

Donna spezzina vince la causa per l’operazione all’ospeale di Carrara

Un'operazione chirurgica (foto d'archivio)

La Spezia, 11 aprile 2017 -  QUELL’OPERAZIONE maldestra per asportarle dei polipi si risolse nella perforazione dell’utero e di parte dell’intestino. Tante le tribolazioni a cui andò incontro una donna spezzina di mezza età, e in menopausa, per gli errori compiuti nell’operazione effettuata dall’ospedale di Carrara: danni patrimoniali (per spese mediche e correlate all’impossibilità di dare corso all’attività commerciale di cui era titolare) e non patrimoniali (biologico, anche di natura psichica, morale e esistenziale). Un conto da 350mila euro. A tanto ammonta il ’quantum’ della condanna inflitta all’Asl di Massa in solido col medico operante, A.F., da parte del Tribunale apuano davanti al quale, per le norme sulla competenza territoriale vigenti all’epoca dei fatti, era stata incardinata la causa, promossa dalla donna spezzina, assistita dall’avvocato Giuseppe Zuccarelli e dal team operante nell’omonimo studio legale di Sarzana.

IL VERDETTO di condanna si è ancorato, oltreché alle prove esibite dalla parte offesa, alla consulenza tecnica di ufficio affidata dal Tribunale di Massa ai professori Luciano Savino e Giuseppe Garcea. Questi hanno certificato la «natura ioatrogena delle lesioni riscontrate, in quanto derivate da manovre inadeguate ed incongrue del ginecologo operatore nell’intervento isteroscopio di ablazione endometriale». In pratica un affondo eccessivo dello strumento che avrebbe dovuto limitarsi all’asportazioni dei polipi. Nell’ambito della quantificazione del risarcimento del danno per il 20 per cento ha pesato quello da ‘cinestesi’ lavorativa, ossia quello derivato alla sfera professionale per l’impossibilità della donna a portare avanti l’attività del suo esercizio commerciale. La causa giunge al capolinea dopo 13 anni dall’intervento chirurgico e un’estenuante battaglia legale nella quale medico, Asl di Massa e assicurazione citata in giudizio avevano respinto gli addebiti formulati dall’avvocato Zuccarelli che, alla distanza, vede ora riconosciuta la fondatezza delle argomentazioni di diritto e e medico-legali sviluppate nel corso delle udienze.