CORRADO RICCI
Cronaca

Velisti scomparsi, no all’archiviazione del caso. La rabbia dei familiari

I familiari di Voinea contro il pm che ha seguito la pista sulla collisione descritta da una fonte non identificata. "Altre ipotesi da esplorare prima di chiudere il caso". Il giallo delle tracce lasciate dopo la sparizione

Antonio Voinea e Aldo Revello scomparsi in Atlantico nel maggio del 2018

La Spezia, 31 luglio 2023 – Le chiamate senza risposta (via Messenger) alla nonna nei giorni successivi al naufragio del Bright. Il noleggio a suo nome di un’auto all’aeroporto di Lisbona tre mesi dopo l’affondamento della barca a vela.

Le rassicurazioni della fidanzata alla madre: "Antonio tornerà di sicuro; è vivo ma irriconoscibile... tornerà col cervello lavato; si è messo in una situazione più grande di quella che potete immaginare".

Le rivelazioni di un compagno di viaggio prima della sparizione: "Antonio non dormiva mai in cuccetta sennò vomitava; non era un marinaio; non so cosa l’avesse spinto a fare quel viaggio".

Sono le circostanze (raccolte da un investigatore privato) indicate dall’avvocato Erminia Dell’Amico, che assiste i familiari di Antonio Voinea, nell’opposizione alla richiesta di archiviazione del fascicolo, prospettata dal pm Silvia Sereni, per la scomparsa del marinaio e dello skipper del Bright, Aldo Revello, dopo l’ultima traccia lasciata dalla barca in oceano Atlantico: l’Sos satellitare lanciato dall’Epirb in dotazione - alle 13,49 del 2 maggio 2018 - al largo delle Azzorre, a 342 miglia ad est di Ponta Delgada, sulla rotta di rientro alla Spezia.

Il pm, che ha svolto indagini solo in relazione alla pista scaturita dalle rivelazioni, a mezzo messanger, di una fonte anonima, sull’ipotesi della collisione della barca a vela con un cargo di bandiera belga (sul quale la fonte aveva detto di essere imbarcato all’epoca dei fatti) ha concluso per l’infondatezza della notizia di reato per una serie di motivi: l’impossibilità di identificare la fonte (vani i tentativi effettuati dalla Polpost), l’incompatibilità dei danni riscontrati sulla nave rispetto al Bright, l’impossibilità (dedotta dalla relazione della Guardia costiera) di poter affermare che il naufragio sia stato causato dalla nave attenzionata.

Una resa rispetto al bisogno di giustizia. Proprio per questo agiscono, in punto di diritto, i familiari di Voinea: l’opposizione alla archiviazione con la quale l’avvocato Dell’Amico sollecita indagini a più ampio spettro partendo dagli spunti offerti in ordine alla possibile esistenza in vita di Antonio. E’ questa la speranza dei suoi cari, che li anima nella battaglia.

A differenza della moglie dello skipper nella misura in cui - dopo il flop della pista dell’anonimo che si era relazionato con lei - aveva promosso il procedimento approdato alla dichiarazione di morte presunta da parte del Tribunale della Spezia. Visioni diverse. Un’unica esigenza: la verità, per la quale l’orizzonte investigativo, secondo i familiari di Voinea, dovrebbe essere allargato.

L’avvocato, senza puntare su una pista specifica, nell’opposizione ipotizza "eventuali interesse diversi del viaggio rispetto a quello del puro e semplici svago" proponendo di indagare "su eventuali coinvolgimenti dei soggetti nella malavita, in eventuali traffici internazionali di droga o altri giri criminosi...e cosi via".

Corrado Ricci