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Il tribunale della Spezia
La Spezia, 28 febbraio 2025 – Aveva dilapidato una fortuna per procurarsi le sostanze stupefacenti di cui faceva uso smodato. Rimasto con poca liquidità, non aveva esitato a vendere anche la propria abitazione a prezzi quasi irrisori pur di recuperare denari con cui placare la propria dipendenza. Una piaga che di fatto lo aveva ridotto sul lastrico, portandolo anche in carcere.
A volte però il destino dispensa una seconda occasione, una scintilla che può spingere al cambiamento: e chissà che quella fatta scattare dalla Corte d’Appello di Genova non possa essere quella giusta. I giudici della terza sezione civile hanno infatti confermato la sentenza del Tribunale della Spezia, certificando l’annullamento dell’atto di compravendita dell’abitazione. Il motivo? L’uomo, un quarantenne in condizioni di “deficienza psichica” indotte dall’uso ininterrotto di sostanze stupefacenti, e con una ridotta capacità di intendere e volere, fu indotto a firmare la vendita dell’immobile da una donna e dal suo compagno che, secondo il tribunale, avrebbero sfruttato la particolare condizione di debolezza dell’uomo – vittima “dell’incontenibile bisogno di procurarsi denaro liquido da utilizzare per l’acquisto di sostanze stupefacenti” – inducendolo a vendere l’immobile a condizioni a lei favorevoli.
La storia affonda le sue radici nel 2017, tra la Val di Magra e la provincia di Massa Carrara, quando l’uomo, disoccupato, decise di vendere una villa di Sarzana, eredità della madre, per 450mila euro. Una parte, 223.600 euro, fu reinvestita nell’acquisto di un ’abitazione di Sarzana, mentre quella restante “veniva dilapidata dall’attore nell’acquisto delle sostanze stupefacenti”. Un patrimonio che finì presto, tanto che nel settembre dello stesso anno l’uomo cedette anche l’immobile appena acquistato per la somma di 150.225 euro, con un contratto di compravendita frettoloso, economicamente svantaggioso e con modalità di pagamento ’particolari’ e per buona parte simulate (furono versati solo 40mila euro), che qualche tempo dopo finì sotto gli occhi del suo amministratore di sostegno, l’avvocato spezzino Fabrizio Ricciardi, che non esitò a impugnarlo.
Nel maggio scorso il Tribunale della Spezia condivise la tesi dell’avvocato del quarantenne, Claudio Cipollini, ravvisando la nullità del contratto di compravendita per circonvenzione di incapace e disponendo a carico della donna che lo aveva acquistato non solo la restituzione del bene, ma anche il pagamento di un risarcimento di 41.340 euro a favore dell’uomo. L’altro ieri, la Corte d’Appello ha confermato la sentenza, con il quarantenne che ora attende di ritornare in possesso dell’immobile.
Matteo Marcello