Sono ventimila le persone che ogni anno si rivolgono alla Caritas della diocesi di La Spezia, Sarzana e Brugnato. Hanno bisogno di un pasto caldo, di qualcosa da indossare o di un letto in cui dormire. Un esercito silenzioso che invade la comunità cittadina, non solo quella parrocchiale. Persone che magari prima della pandemia avevano un lavoro, una casa e la serenità. E per il 51% sono spezzini. Questa la stima delle persone bisognose che annualmente ruotano attorno alla Caritas diocesana provinciale: Cas (centri di acconglienza straordinari), centro di ascolto, empori di Spezia e Sarzana, mense, locanda del samaritano (inaugurata lo scorso maggio), strutture di accoglienza, associazioni (La piccola matita, La casa sulla roccia), oasi francescana, giusto per fare qualche esempio. E se non bastasse, ci sono anche delle unità dedicate ai giovani, alla giustizia, alla pace e mondialità. Il tutto sviluppato sotto l’occhio vigile dell’osservatorio “delle risorse e della povertà“. Quartier generale e cuore pulsante della macchina solidale, la sede di via don Minzoni, guidata da don Luca Palei.
"Le strutture affrontano un po’ tutte le emergenze – spiega il parroco – cerchiamo di dare risposte alle famiglie. Dopo il Covid è aumentato il numero di persone bisognose di aiuto, c’è chi ha chiuso l’attività, chi ha perso il lavoro. All’incirca il cinquantuno per cento di queste persone è italiano. L’ultimo progetto di recente inaugurazione è la locanda del samaritano, che ha come obiettivo quello della dignità della persona. Si tratta di una struttura dove poter dormire con i comfort necessari, come avere il bagno in camera, potersi fare una doccia e fare colazione. Al momento non ci sono molti ospiti, le temerature sono alte. La locanda diventa un punto di riferimento nelle rigide notti invernali. Può ospitare a regime ventisette persone".
Tutta una serie di servizi molto importanti per chi ha poco o niente, ma sa bene di poter contare su don Luca e la sua squadra: "In tutta la Caritas – spiega don Luca Palei – ci lavorano cento operatori e ottocento volontari. Si tratta di persone che sono notte e giorno al servizio di chi ha bisogno, del fratello che bussa alla porta e chiede aiuto. In tutto questo è bello vedere la generosità, come per esempio quando sono partiti i camion di aiuti diretti verso l’Ucraina. C’era la gente in coda per donare, sono immagini belle perché raccontano che c’è ancora tanto bene da donare, è un belmessaggio". E a proposito di messaggio don Luca evidenzia quello che vuole dare la Caritas: "Il valore è quello di promuovere la carità, e da noi la promuovono molti giovani, basta pensare che questi giovani sono gli stessi che hanno allestito il dormitorio, che ci hanno aiutato in tutto. Anche questo è un bel messaggio di speranza".
Tutta una serie di iniziative per rendere meno difficile la vita dei meno fortunati, troppo spesso anche bambini: "A loro è dedicata la struttura della Casa sulla roccia – spiega ancora don Luca – e ne ospita fino a dodici. Si tratta di bambini o bambine che necessitano di un allontanamento temporaneo dal proprio nucleo familiare di appartenenza. Ma per i minori ci sono anche i Cas e tutte le situazioni legate alle famiglie che ricevono sostegno dagli empori solidali. Gli empori servono per garantire la spesa alimentare, le card vengono caricate sulla base dei punteggi e ogni card è calibrata in base al nucleo famigliare“. E poi ci sono i Cas, i centri di accoglienza straordinaria: "Si tratta di spazi dedicati all’accoglienza dei migranti – conclude don Luca – dove le persone vengono accolte e aiutate ad inserirsi".
Alessandra Poggi