
di Fabio Bernardini
Un ragazzo semplice, genuino, anti divo per eccellenza, con il sorriso stampato perennemente sul volto. L’attaccante aquilotto Daniele Verde è il classico ragazzo cresciuto a pane e calcio, un giocatore di Serie A che disconosce la celebrità, la mitizzazione del ruolo, prediligendo piuttosto la semplicità, virtù nata e alimentata nei vicoli napoletani e tutt’ora un perno della sua esistenza.
Verde, tutto nacque il 20 giugno 1996 a Napoli...
"In quella data nascevo: mio padre muratore, mia madre casalinga, due fratelli molto più grandi di me. Io sono un po’ il ‘cocco’ della famiglia. Vengo da un quartiere ‘povero’ di Napoli, vicino a Fuorigrotta, il Rione Traiano. Lì si giocava solo a calcio, non avevamo nulla, il pallone era la vita per noi. Tanti amici e la passione per il Napoli".
La passione per il calcio la portò, fin da ragazzino, a emigrare.
"Vissi a Napoli fino a tredici anni e mezzo, poi mi trasferii a Roma perché Bruno Conti mi notò e mi arruolò nel club giallorosso. Ero abbastanza piccolo, non sapevo com’era la vita fuori dal mio rione. Però poi, fin dal primo giorno, mi ambientai alla capitale".
Il suo esordio in Serie A giovanissimo.
"A soli 18 anni. Ero terrorizzato, era un mondo visto solo in tv. Dalla Primavera della Roma mi ritrovai in prima squadra, feci un po’ di fatica a livello caratteriale. All’esordio con il Palermo ricordo la mia emozione, mister Garcia è stato fondamentale, ha dato la svolta alla mia carriera".
Non ha poi avuto remore ad emigrare in Spagna prima e in Grecia poi.
"Io ho sempre adorato la Spagna, il mio sogno era di andare lì fin da bambino e l’ho realizzato andando a giocare nel Valladolid. Nel campionato spagnolo ho poi avuto la possibilità di conoscere il mio idolo Messi e di avere la sua maglia. Senza considerare che il presidente del Valladolid è il mitico Ronaldo. Ed anche la Grecia è un paese bellissimo, con gente splendida".
Ha citato Messi, ma martedì scorso ha conosciuto da vicino Cristiano Ronaldo.
"Messi e Maradona restano i miei idoli indiscussi. Poi ho sempre guardato con ammirazione ad altri giocatori di talento come CR7, Neymar, Ronaldinho che portano divertimento al calcio".
Com’è la vita di un giocatore di Serie A? Si sente un privilegiato?
"Ho fatto fatica ad adattarmi a questi livelli, io sono un ragazzo semplice, alla mano, che quando esce dal terreno di gioco è un uomo normale che vive in quel quartiere di Napoli dov’è nato. E sarà sempre così. Il tenore di vita è cambiato, ma l’uomo Verde è rimasto quello. Sono fortunatissimo, ma continuo a fare la vita di sempre, a vivere nella mia città di Napoli della quale mi sento figlio".
Un suo pregio e un suo difetto.
"La semplicità ritengo sia un valore positivo; forse sono troppo testardo, voglio fare e dire sempre quello che dice la mia mente".
La sua famiglia?
"Sono sposato con Ilaria, napoletana come me e semplice come il sottoscritto. Sono quasi sei anni che stiamo insieme, appena l’ho conosciuta l’ho sposata perché in lei ho visto una vita intera. Abbiamo una bambina di nome Diletta di un anno e due mesi. Loro sono il mio mondo, i miei sogni e la vittoria più bella della mia vita. Dopo gli allenamenti passo il tempo a casa con loro".
È riconoscente allo Spezia per averla riportata in Italia?
"Si, assolutamente, devo tutto al club bianco, spero di ricambiare e di andare avanti insieme ancora per molto tempo".
In un calcio senza bandiere lei non ha esultato al gol contro la Roma.
"Certo, ci vuole sempre il rispetto verso una società che mi ha lanciato e mi ha fatto crescere. La Roma mi ha fatto arrivare dove tutti sognano".
Il calcio è imprevedibile, se un domani lontano dovesse militare in un club storicamente rivale allo Spezia, lei avrebbe problemi a esternare il suo affetto per i colori bianchi?
"Per me il calcio non è una guerra. Se dovesse capitare continuerei a portare sempre nel mio cuore Spezia e la sua gente, ci mancherebbe altro. Naturalmente spero di poter fare un percorso più lungo da aquilotto e di radicarmi qui ancora di più".
Che idea si è fatto di Spezia e degli spezzini?
"La città mi piace tantissimo, è bellissima, sono cinque mesi che ci vivo, mi sono fatto tanti amici che mi sono entrati nel cuore. E poi c’è il mare che mi mette gioia, posso solo essere contento di vivere qui".
Ha degli hobby?
"Mi piace tanto giocare a calcio balilla. E sono anche forte".
Cosa farà in caso di salvezza dello Spezia?
"Nei limiti del possibile faremo follie, sperando che il sogno si avveri".