La Spezia, 2 febbraio 2025 – Nell’arco di pochi mesi era stato raggiunto non solo da due sanzioni disciplinari della preside dell’istituto, ma anche da un procedimento dell’Ufficio scolastico regionale innescato dalla stessa dirigente scolastica, oltre a subire una serie di azioni che avrebbero contribuito a “creare condizioni lavorative stressogene”. Un anno scolastico da incubo, quello vissuto da un professore di filosofia di un liceo dello Spezzino, che a distanza di quattro anni proprio per quegli episodi sarà risarcito dal ministero dell’Istruzione e del merito con circa 10mila euro.
Il mancato controllo dello stress
“Nei confronti del professore, il datore di lavoro pubblico non soltanto non ha adempiuto al proprio dovere di prevenire un ambiente di lavoro stressogeno ma anzi ne risulta aver colposamente creato le condizioni, con l’applicazione di almeno una sanzione disciplinare illegittima, con l’apertura di un procedimento disciplinare evitabile e con almeno due iniziative che, a prescindere dalla loro legittimità, erano in realtà motivate da un intento obiettivamente oppositivo nei suoi confronti”: così scrive il giudice del tribunale civile della Spezia, Marco Viani, motivando la condanna del ministero e ravvisando gli estremi dello straining, ovvero il comportamento scorretto del datore di lavoro – che può esaurirsi in un unico episodio, oppure essere composto da più azioni tra loro scollegate – che genera un disagio nel lavoratore.
La vicenda del 2020
Una vicenda che ha inizio nell’autunno 2020, con l’Italia alle prese col Covid-19, quando al professore – che aveva lamentato di essere stato espulso due volte dalla lezione a distanza svolta su una nota piattaforma – fu imposto dalla dirigente del liceo di erogare le prestazioni dalla sede del liceo: dal rifiuto del docente, motivato dalla necessità di ridurre i rischi di un contagio, scaturì la prima contestazione disciplinare della preside, conclusa all’inizio del febbraio 2021 con la sanzione disciplinare della censura.
Ulteriori sanzioni disciplinari
Tutto finito? Nient’affatto, perchè il professore – cui peraltro fu revocata senza preavviso l’autorizzazione a inviare e-mail – finì nuovamente nel mirino della preside con l’accusa di aver diffuso a terzi, nell’ambito di una conversazione e-mail piuttosto accesa con una collega docente, “informazioni didattiche e personali relative a un alunno”. Anche in questo caso, il secondo procedimento disciplinare si concluse con la sanzione della censura.
La terza contestazione e risarcimento
La terza contestazione arriva poco dopo, dall’Ufficio scolastico regionale ma su segnalazione della preside del liceo, con il prof nel mirino per aver pubblicato senza autorizzazione i contenuti di alcuni studenti delle sue classi su un blog che non rientrava fra i canali ufficiali del liceo. Il procedimento fu archiviato dopo l’audizione del docente. A completare il quadro, l’esclusione del professore dalle commissioni degli esami di maturità, benché avesse corsi in tre quinte. Troppo per il professore di filosofia, che grazie all’avvocato Paolo Solimeno ha bussato al Tribunale civile della Spezia chiedendo la condanna del ministero dell’Istruzione. Pochi giorni fa la sentenza, con il tribunale che, oltre ad annullare le sanzioni disciplinari, ha condannato il ministero a risarcire il prof con 9.148 euro (oltre rivalutazione monetaria o interessi legali) e a pagare le spese legali.