Viani strappa la tessera Pd: "Scelta sofferta ma convinta. Ero vittima di ostruzionismo"

Campione di preferenze alle ultime comunali e diventato capogruppo in Consiglio a Vezzano. Ma era rimasto escluso dai giochi per la composizione della nuova squadra di Bertoni.

Viani strappa la tessera Pd: "Scelta sofferta ma convinta. Ero vittima di ostruzionismo"

Federico Viani

Federico Viani restituisce la tessera del Pd, e diventa consigliere comunale indipendente. "Vittima di ostruzionismo" si definisce nella lunga lettera consegnata al circolo del Partito democratico. Una lettera nella quale rassegna le dimissioni dagli incarichi ricoperti. Viani era stato l’exploit dei nuovi ingressi nella compagine a sostegno del sindaco Massimo Bertoni di Vezzano democratica, tesserato Pd, prima volta candidato alle amministrative, e a sorpresa di tutti aveva messo insieme 230 voti, risultando il quarto per preferenze dopo i veterani Daniele Tintori, Simone Regoli e Nadia Lombardi. Una strada spianata verso un ruolo in giunta? Non è stato così, anche se in molti se l’aspettavano. Viani è rimasto nel ruolo di consigliere e gli è stata attribuita una delega alla cultura e alla comunicazione.

Poi una serie di azioni l’hanno portato a richiedere martedì sera la convocazione del circolo per comunicare la sua decisione: "Ho dovuto constatare che intorno alla mia persona non c’era quella compattezza che mi era stata preannunciata durante la campagna elettorale e immediatamente dopo. La fiducia in ogni rapporto, ancor di più in politica la si conquista con atti concreti e non solo con le parole". Un ’coup de theatre’. Viani nel mezzo della riunione ha dichiarato le proprie dimissioni dal ruolo di capogruppo, da membro del direttivo del circolo Pd di Vezzano, da responsabile del Forum diritti del Pd provinciale e dal Pd stesso, restituendo la tessera. "Una scelta sofferta, ma convinta – spiega Viani –. A scanso di equivoci sottolineo come il mio gesto sia un gesto squisitamente politico. Le dinamiche successive al voto hanno fatto emergere in modo sempre più evidente la mia estraneità al mondo della politica o meglio di questa politica".

Aveva delle aspettative, Viani, che sono state deluse: "Sfido chiunque avesse ottenuto un risultato come il mio – prosegue Viani –, a non averle e a non avere la sana ambizione di ricoprire uno dei ruoli più alti e ambiti in amministrazione. Invece ho iniziato a percepire, un atteggiamento di estrema chiusura nei confronti della mia persona". Piccole azioni che non hanno agevolato il suo operato come le convocazioni alle 18, un orario proibitivo per chi lavora e buona parte del budget a sua disposizione già speso. Ma c’è dell’altro: "Abbiamo scoperto a spoglio finito che gli accordi sulla composizione della giunta e sul ruolo del presidente del Consiglio comunale erano già stati fatti. L’inizio di questo mio impegno a seguito di atteggiamenti e posizioni di evidente ostruzionismo mi hanno fatto capire che nel mio caso fare ciò non è possibile e non per mia volontà". In consiglio comunale Viani porterà avanti progetti proposte che si era prefissato: "In maniera libera dirò ciò che penso, senza dovermi mordere la lingua".

Cristina Guala