REDAZIONE LA SPEZIA

Addio a Vincenzo Di Martino, magistrato moderno

Una lunga carriera culminata con la presidenza del tribunale spezzino. Il commosso ricordo dei colleghi. Funerali oggi a Mazzetta

Vincenzo di Martino si è spento a 88 anni, lascia la moglie Rosalba e quattro figli

Vincenzo di Martino si è spento a 88 anni, lascia la moglie Rosalba e quattro figli

La Spezia, 1 marzo 2021 - Avvertiva che il suo fisico da lì a poco avrebbe ceduto sotto il peso degli acciacchi. Per questo, due settimane fa, aveva chiesto ai familiari di essere accompagnato al molo Italia per vedere il mare, l’elemento con cui aveva vissuto in simbiosi, da instancabile nuotatore, fino a due anni fa, compiendo (quando le condizioni meteo erano propizie) il ‘rito’ che era fonte di serenità: la traversata da Maralunga alla spiaggia all’ombra del castello di Lerici, a bracciate, estate e inverno. Sono state quelle le ultime immagini del golfo e della città che si sono impresse nella mente del dottor Vincenzo di Martino, uno dei più discreti ma fondamentali servitori della comunità, attraverso le funzioni di magistrato.

Ieri è spirato, nella sua abitazione di Mazzetta, col conforto dei suoi cari: la moglie Rosalba, i figli Enrico, Paolo, Alberto (avvocati) e Gianluca (direttore di banca), destinatari in queste ore di innumerevoli attestazioni di cordoglio. Il giudice Vincenzo di Martino si è spento a 88 anni; li aveva compiuti il 16 febbraio scorso. Fino al 2007 aveva indossato la toga, ad epilogo della lunga carriera nella magistratura, sviluppata per 44 anni e culminata con la presidenza del Tribunale. Per 10 anni, dal 1997, era stato il numero-uno della giustizia spezzina. «Un magistrato eccellente, un uomo dai tratti gentili, rispettoso di tutti" sostiene Francesco Sorrentino, presidente del Tribunale fino a due mesi fa, che ha lavorato al suo fianco. "Un giudice moderno che sapeva subito cogliere il punto essenziale della questione giuridica che analizzava e risolveva senza perdersi in lunghe dissertazioni, grazie ad una profonda preparazione giuridica ma soprattutto in forza di un acume e intuito veramente rari" rievoca l’ex magistrato legato da profondo affetto al dottor di Martino: "Ci volevamo un gran bene…" dice commosso con la mente attraversata dai ricordi.

«Un’altra sua grande dote era l’attenzione che aveva per gli aspetti umani e sostanziali che sottostavano alle varie cause. E’ stato un vero capo dell’ufficio, sempre pronto a difendere i “suoi giudici” e a stemperare eventuali contrasti”. A proposito di magistrato-m oderno, da ricordare una sentenza-pilota, nei primi anni Ottanta, con la quale impose la barriere fonoassorbenti alle Ferrovie dello Stato a tutela degli abitanti delle Cinque Terre con le case prossime ai binari. Memorabili poi le sue garbate battaglie in occasione delle cerimonie per l’inaugurazione degli anni giudiziari, a cavallo del 2000, per il potenziamento degli organici. Aveva fatto centro. Dietro la ‘corteccia’ dell’uomo schivo, defilato (un proporsi indotto dal ruolo), pulsava un grande cuore. Lo ricorda anche chi è stato da lui condannato e che ha impresso nella mente le parole sussurrate all’orecchio dopo la sentenza: "Vedrà, la pena servirà a migliorarla e, dopo il carcere, potrà tornare nella comunità più forte e consapevole nell’affrontare le sfide della vita. Mi faccia sapere...". La circostanza è stata riferita da un ex detenuto al figlio Enrico. A lui e ai fratelli Paolo, Alberto e Gianluca il padre ha instillato la passione per il Diritto che lui aveva maturato da giovanissimo, figlio di un ufficiale della Regia Marina decorato con la medaglia d’oro.

Vincenzo di Martino era entrato giovanissimo in magistratura, a 24 anni, subito dopo la laurea in Giurisprudenza, conseguente agli studi svolti al Liceo Classico della Spezia. I primi passi della carriera li aveva mossi a Biella e Piacenza. Poi gli incarichi alla Spezia, da magistrato inquirente e giudicante. Nel 1989 tenne a battesimo la Procura presso la pretura. Poi l’assunzione della presidenza del Tribunale. In parallelo anche la presidenza della Commissione tributaria. Successivamente, da pensionato, ha svolto le funzioni di difensore civico, ponendo a disposizione dei cittadini in contenzioso con la pubblica amministrazione la sua esperienza e la sua professionalità. Un servitore della giustizia fino a quando le forze glielo hanno permesso. Ieri l’ultima ‘nuotata’, verso gli orizzonti della quiete. I funerali del giudice Vincenzo di Martino stamani alle 11,30 chiesa di Mazzetta.  

Corrado Ricci