REDAZIONE LA SPEZIA

Il vino Prezioso nato dalle vigne di Olmarello: il progetto della Rsa psichiatrica

E’ stato presentato e degustato alla residenza sanitaria per disabili Santa Caterina di Collesalvetti

La presentazione del vino Prezioso

Castelnuovo Magra (La Spezia), 17 dicembre 2023 – Un vino vivo, sotto tanti punti di vista e nel senso più vero del termine. Il vino Prezioso è finalmente imbottigliato e pronto per essere distribuito ed è frutto del progetto di agricoltura sociale partito nel 2019. E’ stato presentato e degustato alla residenza sanitaria per disabili Santa Caterina di Collesalvetti (Livorno), una delle otto strutture della Fondazione Casa Cardinale Maffi.

La bottiglia n. 1, la cui etichetta porta i colori della Maffi, è stata infatti consegnata all’arcivescovo di Pisa, monsignor Giovanni Paolo Benotto. Alla cerimonia ha partecipato anche il sindaco di Collesalvetti Adelio Antolini, il direttore della Pontificia Commissione per le attività nel settore sanitario Marco Belladelli, insieme a Giovanni Biondi direttore esecutivo della residenza di Collesalvetti, il sommelier Simone Cantoni e i tanti protagonisti di questa scommessa.

In collegamento ‘da remotò i 400 operatori e i 450 ospiti delle strutture della Fondazione Maffi, a cui è andato il saluto del presidente, Franco Falorni e del direttore generale Michele Passarelli Lio. "Il vino Prezioso - spiega una nota della Maffi - nasce nella vigna (meno di un ettaro) ricavata nel parco della residenza psichiatrica di Olmarello, a Castelnuovo Magra. Il progetto ha coinvolto sei ospiti della struttura guidati da Andrea Marcesini, titolare dell’azienda vitivinicola La Felce, che ha coinvolto, in alcune fasi e operazioni, anche altri residenti della residenza sanitaria. Il percorso che ha portato al Prezioso è stato reso possibile dalla sinergia tra Fondazione Casa Cardinale Maffi e Asl 5 spezzino all’interno del progetto europeo Agricoltura Sociale che ha visto coinvolte aziende agricole e soggetti fragili attraverso il bando emanato dalla Regione Liguria”.

“Questo vino - ha concluso Benotto - è il frutto di una realtà bella e feconda, di un luogo con un’umanità grande. Io stesso ho partecipato simbolicamente alla prima vendemmia. Un progetto che ci fa capire che esistono attività propositive e formative capaci di far esprimere le potenzialità che ci sono anche in coloro che sembrano averle smarrite per strada”.