
Vita in carcere, allarme sovraffollamento: "A Villa Andreino due piani chiusi dal 2022"
E’ una piccola città nella città, dove troppo spesso la vita è tutt’altro che facile, sia per chi ci finisce dentro causa errori commessi lungo il suo percorso di vita, sia per chi ci lavora. L’allarme sulla situazione delle carceri italiane è stato lanciato nel marzo scorso dal presidente della Repubblica Mattarella, a fronte del numero di suicidi nelle case penitenziarie di un po’ tutta Italia. Persone di tutte le età e nazionalità, uomini e donne, che non hanno retto all’urto della detenzione. A questi si aggiungono anche i quattro agenti della polizia penitenziaria che si sono tolti la vita. Da qui il richiamo al rispetto della Costituzione "e di chi negli istituti carcerari è detenuto o vi lavora" le parole del Capo dello Stato. Allarme recepito in tutta Italia con un fermo richiamo a muoversi per contrastare il problema: nelle scorse settimane l’amministrazione spezzina ha nominato il garante comunale delle persone private della libertà affidando l’incarico a Agostino Codisposti, per 40 anni operatore all’interno del carcere. Un primo passo insieme alla richiesta di interventi urgenti per migliorare le condizioni detentive, istanze avanzate insieme alla Conferenza dei garanti, magistrati di sorveglianza, camera penale e Associazione italiana giovani avvocati, unite sotto l’egida del motto ’Indignarsi non basta più’. Punto primo, mettere fine al dramma dei suicidi in carcere: sono già 36 dai primi mesi dell’anno (nessuno a Spezia), quasi tutti da parte di chi era ormai vicino alla fine pena. Questo perchè "non si sentivano pronti – spiega il presidente della Camera penale di Spezia Fabio Sommovigo – ad affrontare cosa li avrebbe attesi fuori dalle mura". Da qui la necessità di organizzare attività all’interno del carcere, la possiblità di lavorare o frequentare corsi professionali. "Chi accede a un lavoro in carcere – sottolinea Gaetano Brusa presidente del tribunale di Sorveglianza di Genova – ha una possibilità di recidività di reati ridotta al 2%". Di grande importanza anche i corsi professionali "accolti dai detenuti – aggiunge Doriano Saracino, garante regionale della Liguria per i diritti delle persone sottoposte a misure restrittive – come un importante strumento in più per quando torneranno in libertà". La proposta da parte della Conferenza dei garanti è di mettere a disposizione dei detenuti "progetti di inclusione socio-lavorativa, attività culturali, ricreative e relazionali". Altro tema spinoso sul tema carceri è il sovraffollamento, argomento che tocca anche Villa Andreino seppure con problematiche meno gravi rispetto ad altre realtà italiane. Ufficialmente la struttura di via Fontevivo ha a disposizione 152 posti, i detenuti presenti sono 155 "ma in realtà – sottolinea Saracino – i posti a disposizione sono solo 90 in quanto due piani sono chiusi dall’estate 2022. Una ’situazione provvisoria’ che però va avanti da un bel po’". Inevitabile così qualche "episodio di sovraffollamento in alcune celle, seppur con un numero limitato di detenuti: non abbiamo casi di maxi-celle da 8 persone, i numeri sono inferiori". Di sovraffollamento negli ultimi tempi hanno parlato a più riprese anche le organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria. "Il problema c’è – dice Saracino – ma in misura minore rispetto ad altri istituti". "Servono un impegno – le parole del sindaco Pierluigi Peracchini e dell’assessore Manuela Gagliardi – per andare incontro anche chi in carcere ci lavora". "Alle istituzioni – la chiosa di Saracino – chiediamo più tutele per i detenuti soprattutto ora con l’arrivo dell’estate, del caldo e il calo delle attività".