Genova, 26 settembre 2022 - Per la prima volta nella storia repubblicana Fratelli d'Italia è il primo partito in Liguria con 175.547 voti pari al 24,4% sopra al Partito Democratico con 159.805 voti pari al 22,21%. Il dato è riferito a quando mancano due sezioni da scrutinare per il Senato. Alle politiche del 2018 il partito della Meloni ottenne 29100 voti pari al 3,62%, mentre il Pd aveva 164211 voti pari al 20,44.
Trainata da FdI la coalizione di centrodestra in Liguria ottiene 305.901 voti pari al 42,51%, 12 punti percentuali sopra al centrosinistra con 217.142 voti pari al 30,18%. La terza forza politica in Liguria è il Movimento 5 Stelle con 92.897 voti pari al 12,91% (nel 2018 arrivò al 29,63%), seguito dalla Lega con 63.193 voti pari all'8,78% (avevava il 20,52%), il terzo polo dell'alleanza Azione-Italia Viva con 51.948 voti pari al 7,22%, Forza Italia con 48.451 pari al 6,73% (aveva il 12,69%), l'alleanza Verdi Sinistra con 29.936 pari al 4,16%, Noi moderati 18710 pari al 2,6%, Italexit 18518 pari al 2,57%.
Il duello Pastorino-Biasotti
"Sono sorpreso, non mi aspettavo questo risultati, i sondaggi mi davano in vantaggio ed io sono convinto di aver fatto una buona campagna elettorale, dinamica. Ho già fatto i complimenti a Luca Pastorino, persona che stimo". Così Sandro Biasotti, senatore uscente, ex governatore sotto la bandiera di Forza Italia ora fedelissimo di Giovanni Toti, ammette la sconfitta nel collegio uninominale della Camera Liguria 3. "Era il colleggio più difficile e lo sapevamo, ma non mi aspettavo la sconfitta. Pago il calo di consensi che ha patito la coalizione rispetto alle Comunali, abbiamo perso 20 punti, mentre il centrosinistra è andato meglio che a livello nazionale".
Biasotti è indietro di oltre 1.200 voti quando mancano due sezioni da scrutinare. Pastorino ha 73.473 voti, il 36,04% e Biasotti 72.201, il 35,42%. E per spiegare la sconfitta Biasotti dice anche: "Chi governa solitamente non è premiato, mentre l'opposizione ha dei vantaggi" e critica il simbolo di "Noi Moderati", che definisce "pasticciato, si faticava a distinguerlo". Ma l' ex senatore, che ha sfiorato il quarto mandato, non boccia l'esperienza di Italia al centro (il partito di Toti di cui fa parte) e di Noi moderati: "Credo che un centro moderato sia inevitabile. Noi non siamo stati premiati ma abbiamo fatto tutto in un mese".
Berrino
"Vado felicemente a Roma, ma un po' di dispiacere per lasciare la giunta regionale dopo sette anni di lavoro c'è". Gianni Berrino, assessore ligure ormai uscente a Trasporti, Lavoro e Turismo, non riesce a nascondere l'emozione per l'elezione a Palazzo Madama all'agenzia Dire. Sarà per la prima volta senatore. "Sono molto felice, devo ancora realizzare, ho dormito davvero molto poco. E' un risultato davvero molto interessante, sotto tutti gli aspetti". Esponente dell'ala più identitaria di Fratelli d'Italia in Liguria, la sua vittoria al collegio uninominale di Ponente per il Senato non è mai stata in discussione. Anche perché, nel suo territorio, centrosinistra e Pd avevano candidato la "paracadutata" Sandra Zampa. Il risultato è stato 44,93% per lui, 28,51% per lei. Al terzo posto, il commercialista di Beppe Grillo, in quota M5s, Enrico Maria Nadasi, con il 12,75% delle preferenze. "C'è una grande soddisfazione sia per il risultato nazionale, che per quello ligure, che per quello del mio collegio uninominale. E' un risultato storico". Fratelli d'Italia è infatti il primo partito anche in Liguria. "Credo sia molto importante che sia stata eletta una persona che viene dal territorio, che è radicata nel suo territorio di appartenenza e che per questo territorio ha lavorato per sette anni. Oltre che essere molto felice per il risultato personale, credo che sia una cosa molto buona per la Liguria"
Certo, ammette Berrino, "sono dispiaciuto di dover lasciare il mio posto da assessore regionale perché mi ha dato la possibilità di stare a stretto contatto con le problematiche del territorio e di cercare un modo per risolvere, anche se non sempre si può. Di certo lascio un metodo di lavoro molto proficuo, anche in materie molto delicate come i trasporti e il lavoro". La prima cosa di cui si occuperà in Parlamento? "Ne avrei almeno una per materia- sorride- ma direi che la cosa più importante sarà dare la voce al territorio che mi ha eletto. Poi, vedremo anche di che settori sarò chiamato a occuparmi più direttamente. E' un bel cambio di passo, che mi mette davanti a una grande responsabilità, che sento ancora più forte visto il gran numero di persone che andrò a rappresentare".
Toti
"La coalizione di centrodestra manderà a Roma rappresentanti preparati e innamorati della propria terra. E di questo sono orgoglioso. Grazie a tutti coloro che hanno lavorato senza risparmiarsi in questa avventura. Ora all'Italia serve un Governo stabile e capace, e sono certo che Giorgia Meloni saprà guidarlo con equilibrio". Lo scrive il presidente della Regione Liguria e esponente di Noi Moderati, Giovanni Toti, commentando l'esito del voto. "La scelta di dare il nostro contributo di idee e di voti all'unico Governo possibile e utile al Paese credo sia stata la scelta giusta. Noi da domani mattina - conclude il presidente della Regione - torniamo al lavoro per la nostra Liguria, come abbiamo fatto ogni giorno negli ultimi 7 anni".
Crollo dell'affluenza
L'affluenza in Liguria (come nel resto d'Italia) è colata a picco, il centro studi elettorali della Luiss lo definisce il crollo peggiore della storia rispetto alla tornata precedente. E appunto la Liguria non fa eccezione: dal 71,99% la partecipazione al voto è scesa al 64,2%, scendendo del 7,79%. Certo, la disaffezione, la disillusione, la sensazione di un esito già scritto e una legge elettorale che permette ai cittadini di scegliere ben poco hanno minato l'affluenza, ma anche decidere di votare solo in una giornata è sicuramente costato qualche punto.