MARCO MAGI
Sport

Aquile, una notte magica al Picco. Lo Spezia fa sognare un’intera città. Prestazione perfetta in tutti i reparti. E la capolista alza bandiera bianca

La vittoria sul Sassuolo dà ulteriore entusiasmo. Salvatore Esposito si conferma grande protagonista

La vittoria sul Sassuolo dà ulteriore entusiasmo. Salvatore Esposito si conferma grande protagonista

La vittoria sul Sassuolo dà ulteriore entusiasmo. Salvatore Esposito si conferma grande protagonista

Non ha sottovalutato l’avversario, non aveva assenze decisive, non veniva da un periodo negativo il Sassuolo. Lo Spezia ha battuto una squadra viva, vigorosa e in forma fisica e mentale. Questo è giusto sottolinearlo. Voleva dare uno strappo al campionato Fabio Grosso, ma la foga e la tensione, l’hanno pure portato due metri dentro al terreno di gioco per protestare su un ‘non fallo’ e così si è dovuto mettere in tribuna stampa ad urlare le sue indicazioni. Quando dopo una mezz’ora lo Spezia è passato dai 200 ai 180 all’ora, qualche metro l’ha pure guadagnato la capolista, ma è servita una palla inattiva per infrangere il muro aquilotto. Nella ripresa il ritmo è rimasto alto, inutile negarlo, magari si andava a 160, ma il Sassuolo si è comunque impiastricciato nell’impasto che Luca D’Angelo aveva plasmato. Sembravano, i giocatori ospiti, affondare nelle sabbie mobili, non appena provavano ad imbastire qualche trama. In ogni caso, dei 15 gol (sempre la miglior difesa del campionato) rimediati dagli spezzini, soltanto 6 (un’altra leadership) in 23 partite, sono stati subiti nei secondi tempi.

Che abbia, però, qualche difficoltà con le rivali dirette, il Sassuolo, l’aveva già evidenziato: nelle 11 partite prima del Picco, aveva ottenuto ben 10 vittorie e una sola sconfitta, guarda caso, con il Pisa, seconda forza di questa stagione. Torniamo, però, al 2-1 di venerdì sera e a qualche spunto. Ma si deve davvero, quindi, trovare qualche difetto dopo una vittoria così? La difesa a zona sui calci d’angolo è ormai cosa conclamata, però quando Mulattieri stacca alle spalle di Mateju per segnare l’1-1, ha vicino a sé un altro compagno, anch’esso libero di staccare, mentre Wisniewski è davanti al ceco, a raddoppiare gli spazi insieme a Hristov. Basta così. Fermiamoci qui e lo affrontiamo giusto perché ha fruttato il gol avversario. Per il resto, i 10mila del Picco hanno assistito ad una gara bellissima. Non stravinta, perché l’antagonista era colmo di giocatori importanti e il successo dà ancora più gusto. Non è servito neanche cambiare modulo al Sassuolo, dal 4-3-3 al 4-2-3-1, per tentare di mettere in difficoltà gli aquilotti. Con ordine, hanno continuato a ragionare, a sfruttare le fasce, garantendosi l’imprevedibilità con i continui cambi di Elia e Vignali, tra interno ed esterno, o con la veemenza di Reca, tornato sui suoi livelli dopo un mese e mezzo rallentato, mentre Bandinelli sfruttava ogni zona in orizzontale, per poi affondare negli spazi. Di Salvatore Esposito c’è poco (o tanto?) da dire, perché i suoi standard ormai sono quelli, elevatissimi, e i 4 subentrati non hanno fatto calare livello e tensione agonistica. Passaggio a parte per le punte che hanno sofferto più di tutti la direzione di Piccinini. Un arbitro il cui operato può piacere o non piacere, perché non tutti amano il calcio ‘fisico’, come lui ha permesso, senza frammentare il gioco con fischi che, per molti, sono però più che legittimi. Pio Esposito e Di Serio hanno dunque saputo (e dovuto) ingaggiare delle contese accese con i difensori emiliani. E con che grinta. Il merito principale di Piccinini? Mantenere lo stesso metro di giudizio dall’inizio alla fine, senza errori, tenendo sempre in pieno controllo un match non facile.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su