A tu per tu con Loris Pedroni, dal 2014 presidente provinciale dell’Associazione italiana arbitri, appena riconfermato alla guida dei ’fischietti’ spezzini fino al 2028.
Presidente Pedroni, tanti anni in carica all’Aia provinciale, che giudizio dà dell’associazione? "La nostra sezione è numericamente di medie proporzioni con un’alta percentuale di associati in tutti gli organi tecnici nazionali. Abbiamo un osservatore alla Can5, cinque alla Commissione nazionale osservatori Dilettanti (Can D), uno alla Can D, un arbitro alla Can D, un assistente alla Can C (Simone Mino) ed un assistente alla Can A-B (Christian Rossi). Numeri importanti e di grande interesse per la visibilità sezionale in campo nazionale. Da un paio di mesi abbiamo ottenuto l’utilizzo del Montagna diventato il nostro polo atletico ufficiale, grazie all’interessamento dell’assessore allo sport, che non finiremo mai di ringraziare. Stiamo, inoltre, cercando una nuova sede".
Quanti sono gli arbitri spezzini in attività? "Gli arbitri associati alla sezione della Spezia sono attualmente 110 e tutti insieme rappresentano il nostro orgoglio".
C’è qualche talento pronto a spiccare il volo? "Ne abbiamo quattro promuovibili in regione. Si gioca il passaggio alla Can D il giovane Matteo Massimo Esposito, attuale Talent con un altro spezzino Filippo Salvetti, che si aggiungerebbe agli altri dieci nazionali presenti in tutti gli organi tecnici, compreso la Can A/B, massima serie nazionale dove auspichiamo al passaggio alla qualifica Internazionale dell’assistente Christian Rossi".
C’è una crisi di ‘vocazione’ che vi costringe a fare ricorso a arbitri fuori provincia? "Da qualche anno, complice il periodo pandemico, assistiamo ad una vera crisi che ci costringe a salti mortali per la copertura di tutte le gare che si svolgono in provincia a livello di Lega nazionale dilettanti e Settore giovanile. Eravamo arrivati in sinergia con la Figc, ad una svolta epocale, dando vita al progetto legato al doppio tesseramento, ovvero la possibilità di giocare a calcio a arbitrare per i giovani fino a 18 anni: progetto però che, per troppi sterili motivi, non ha trovato rispondenze da parte delle società", mentre in altre realtà (come nella vicina provincia di Massa Carrara) ha invece ottenuto successo di partecipanti.
Come allargate il vostro gruppo di arbitri? "Stiamo concludendo in questi giorni un corso arbitri con quattro ragazzi ed una ragazza. Ci stiamo organizzando per affrontarne un altro ad inizio anno dopo avere visitato gli istituti scolastici spezzini. Ricordo che i corsi sono totalmente gratuiti compresa la fornitura della divisa, del fischietto e dei cartellini e si svolgono nei locali sezionali in centro città, in via Carlo Pisacane numero 8".
Un suo giudizio sugli episodi di violenza sugli arbitri che ha portato poco tempo fa allo sciopero dei fischietti nel Lazio e a una presa di posizione a livello nazionale? "Si parla tanto della decisione presa dai presidenti sezionali e dal presidente regionale del Lazio che non hanno designato arbitri per tutte le gare regionali di due week end fa, a causa dei gravi episodi di violenza che hanno visto, purtroppo, protagonisti associati Aia. Sono favorevole all’iniziativa volta ad inviare un forte segnale al mondo del calcio che, senza di noi, non avrebbe nessuna garanzia per un corretto e qualificato svolgimento. Credo inoltre, che in caso di eventuale recrudescenza dell’allarmante fenomeno, si debba allargare l’iniziativa a tutta l’Aia, coinvolgendo anche tutte le serie nazionali, Serie A compresa. Le sezioni provinciali o i Comitati regionali arbitri da soli non possono sconfiggere i violenti, per vincere dobbiamo essere tutti uniti: Aia, società, Lnd, Leghe, Aiac e Figc".
Alla Spezia si sono verificati casi simili? "Uno solo, ancora al vaglio delle autorità giudiziarie e della giustizia sportiva".
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