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Il portiere è ormai prossimo a festeggiare le 150 presenze con lo Spezia
"Il Picco come un piccolo Monumental, qui la gente non molla mai come in Argentina". Ad elogiare lo straordinario pubblico aquilotto è Leandro Chichizola l’uomo di San Justo ormai prossimo alle 150 presenze in maglia bianca: "Sarà un grande onore per il sottoscritto raggiungere quel traguardo". "Questi giorni impazziti di polvere e di gloria, immortali".
Chichizola, che effetto le fanno le note di Jovanotti accostati alla vostra squadra? "Tutto bellissimo, in linea con la partita incredibile di domenica. Chi si aspettava, sullo 0 a 2 per gli avversari al 92’, che saremmo riusciti a pareggiare? Di sicuro ci abbiamo tutti creduto fino alla fine: noi giocatori, lo staff e la nostra gente. Abbiamo tutti spinto fino all’ultimo secondo meritando di raccogliere quello che abbiamo conquistato. Lo stadio è rimasto unito e compatto fino al 95’, i nostri supporter hanno visto che non ci arrendiamo mai, ciò che si è ammirato sugli spalti è un riflesso di quello che facciamo in campo".
Il neo vice presidente Paul Francis, a La Nazione, ha affermato: "I nostri ragazzi hanno rappresentato la piazza in modo straordinario, questo cuore è lo Spezia calcio". "Sono contento di questa affermazione, è un po’ quello che vedono tutti. La nostra è una squadra coraggiosa, alla quale piace comandare, che va a prendere i rivali. Il cuore viene da lì, c’è una grande voglia di fare le cose. Personalmente ho vissuto l’era Platek per due settimane, per noi non è cambiato niente".
Lei è argentino, tifoso del River: il ‘Picco’ di domenica come un piccolo Monumental? "Sì perché i nostri supporter hanno spinto tantissimo, fino all’ultimo secondo, esattamente come accade in Argentina". Quel boato indimenticabile al gol di Aurelio? "Mi sono girato verso i sostenitori assiepati in curva Piscina, ho festeggiato con loro".
Lei ha vissuto lo Spezia precedente alla Serie A. La massima serie ha fatto compiere un salto di qualità al club e alle strutture, ne conviene? "Sì, assolutamente, me ne sono subito reso conto, anche l’anno scorso quando venni a giocare con il Parma. La serie A ha fatto cambiare la mentalità alla squadra e alla società, dobbiamo continuare in questo modo perchè è questa la strada giusta. Ora il ‘Picco’ è uno stadio da Serie A".
È uno Spezia che non muore mai, quanto c’è in questa squadra dello spirito combattivo spezzino? "Noi abbiamo un’identità volta a non mollare mai, il nostro verbo è crederci sempre. Questa squadra, lo ripeto, si sente molto identificata con gli spezzini, noi sentiamo che abbiamo una grande schiena dietro a noi".
Ancora quattro partite e toccherà le 150 presenze in maglia bianca. Che effetto le fa? "Di fatto è il club dove ho fatto più presenze. Nella precedenza esperienza in tre anni non saltai neanche una partita. Sono molto orgoglioso di essere a un passo da questo traguardo".
Degli Innocenti, in una recente intervista, ha parlato di lei come un leader, si riconosce in questa veste? "È il mio modo di essere sul campo e negli allenamenti, sono un portiere a cui piace comandare tanto. ll mio ruolo di portiere mi consente di avere una mente un po’ più fredda rispetto ai compagni e, come tale, anche per la mia età, portato a dare una mano".
A quattro lunghezze dal Pisa, è evidente che l’attuale obiettivo sia la corsa al secondo posto? "Noi continuiamo partita dopo partita, la nostra lotta è quella. Non vogliamo guardare oltre perché ci darebbe una prospettiva sbagliata del campionato. Dobbiamo essere concentrati sul Modena".
Due parole su mister D’Angelo? "Parlano i numeri importanti dello Spezia per lui".
Fabio Bernardini
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