
Il successo personale di Enrico Chieffi - in coppia con Nando Colaninno - è di quelli che fanno storia nell’Olimpo della vela: l’aggiudicazione del titolo europeo nella classe Star, conquistato a Spalato sfidando il fior fiore dei velisti del vecchio continente (34 equipaggi tra cui 5 italiani); in pari tempo è anche motivo di vanto per due città di mare - La Spezia e Viareggio - dove Enrico alterna la sua vita in Italia quando non è impegnato in Finlandia nella cabina di regia del cantiere navale Nautor’s Swan, da cui prendono forma i mitici scafi performanti da crociera. Alla Spezia, sposo da 25 anni del notaio Claudia Ceroni e padre di figli di 19 e 23 anni, risiede e vive grande parte del tempo, rifuggendo dalla mondanità, assorbito dai primati della famiglia e del lavoro e dal rito irrinunciabile della mattina: la corsa con vista sul golfo o le Cinque Terre in relazione al tempo disponibile; sul mare della Versilia, nei ranghi della Società velica viareggina, pratica lo sport agonistico insieme ad un gruppo di amanti (fra cui lo spezzino Graziano Bonanno) della storica barca progettata da Francis Sweisguth nel 1911, già classe olimpica, giunta al giro di boa di 110 anni dal suo ’concepimento’.
Non solo un successo maturato a tu per tu coi venti, in una settimana di regate, quello che arricchisce il palmares di Chieffi già pluricampione italiano della classe 470 negli anni 1979, 1980 e 1982, campione europeo nel 1981, olimpionico nel 1984 fino a vincere il titolo mondiale nel 1985 per poi approdare nel 1992 sul Moro di Venezia, quale tattico nei match race per la conquista Coppa America, mancata per un soffio, dopo il trionfo allaLouis Vuitton Cup. Il valore aggiunto è costituito dall’applicazione a tavolino che è stata alla base delle innovazioni introdotte nella barca per accrescerne controllo e performance: albero in coperta (anziché passante e quindi più corto e solido), prua arrotondata. "Ho maturato le soluzioni in tandem con l’architetto Juan Kouyoumdjian tra un ragionamento e l’altro per ottimizzare gli Swan, là dove l’amico argentino si dedica a ricerca e sviluppo nei cantieri Nautor’s Swan", spiega Enrico.
"Applicarci sulla Star è stato un gioco, un esaltante gioco fatto di intuizioni, calcoli (tra le pieghe del regolamento costruttivo), alimentato dalla voglia di sfida, a cominciare da quella di dominare uno scafo molto reattivo, ad un’età... matura. Il resto lo ha fatto l’intesa perfetta con Nando Colaninno". Enrico ha 58 anni ma ha la carica del ragazzo voglioso di mettersi alla prova. Ora, nel pieno della forma dopo la corsa sulla Litoranea, è lo specchio della felicità. Il cellulare è incandescente per le chiamate intrise di congratulazioni. Ma il lavoro preme e non può godersi più di tanto il momento di gloria: le prossime due settimane le trascorrerà nel cantiere finlandese a Kalby.
"Poi il ritorno nel golfo con la voglia, tra l’altro, di coltivare, un sogno: progettare e costruire una barca di legno per la famiglia", confida. Chissà, le soluzioni adottate sulla Star, costruita dal cantiere Lillia, forse avranno la loro importanza nel dare forma all’idea...
Corrado Ricci