
L’attaccante aquilotto si racconta dagli studi alla passione per il mondo ultras "Mi piacciono i cori delle curve: un’emozione quello dopo la doppietta nel derby. Adrenalina pura quando ’mostro i muscoli’ e tutto lo stadio intona il mio nome".
"Spezia nel cuore per sempre, voglio riportare le Aquile in Serie A". È un Pio Esposito a cuore aperto quello che si confessa a La Nazione, il classico bravo ragazzo dal cuore d’oro: "Famiglia e amici i miei punti di riferimento, il successo non mi cambierà".
Pio, a soli 19 anni che effetto le fa essere considerato tra gli ’enfants prodiges’ del calcio italiano? "È un grandissimo orgoglio, credo sia il frutto del lavoro svolto in questi anni, passato anche attraverso momenti bui. Determinante il contributo di mister D’Angelo che mi ha dato grandissima fiducia fin dal primo momento, quest’anno lo sto ripagando".
Lei è destinato a una luminosa carriera: il successo ritiene potrà cambiarla? "Il mio obiettivo è restare sempre la stessa persona, sono un ragazzo molto umile che fuori dal campo ha le abitudini di sempre. Quando torno a Brescia sono solito frequentare i miei amici del quartiere e, ovviamente, i miei familiari".
Quali valori le ha trasmesso la famiglia? "Con i miei fratelli Salvatore e Sebastiano abbiamo sempre avuto un forte legame, ci siamo sempre fatti forza l’uno con l’altro. E i nostri genitori, pur non navigando nell’oro, non ci hanno mai fatto mancare niente, insegnandoci il valore di non dimenticare mai i sacrifici fatti. Loro sono sempre stati super presenti: in genere vengono un week-end a Spezia e un altro a Empoli a seguire Sebastiano".
Si descriva dal punto di vista caratteriale. "Sono un ragazzo umile, molto socievole, mi piace passare del tempo con gli amici. Amo la musica e la discoteca".
Le differenze tra lei e Salvatore? "Mio fratello è più istintivo, io più riflessivo".
E’ possibile l’amicizia nel mondo del calcio? "Nel mio percorso all’Inter ho avuto tanti amici: Di Maggio, Aleksandar Stankovic, Tommaso Ricordi, Enok e anche nello Spezia ho legato con tutti, in particolare con Candelari, Bertola e Kouda. I miei migliori amici sono il bresciano Simone Cortese e il campano Luigi Muollo".
La scuola? "Mi sono diplomato da privatista come geometra".
Se non avesse fatto il calciatore? "Sarei stato un ultras (ride ndr), sono molto fissato con i cori dei tifosi di tutte le squadre. Qui, peraltro, ho conosciuto molti ragazzi della curva".
Hobby oltre il calcio? "La palestra, la faccio quasi ogni giorno".
Si è creato un feeling speciale con la gente di Spezia. Se lo aspettava dopo lo scorso anno? "Il campionato scorso è stato difficile, però io sono anche tifoso oltreché calciatore, per cui so benissimo come la gente viva i momenti. Dopo il gol con il Venezia è scattato qualcosa, si è creato un legame forte con la gente che avverto sempre, anche dopo il rigore sbagliato contro la Juve Stabia. Indimenticabile il coro che mi hanno fatto dopo la doppietta contro la Carrarese".
Quando mostra i muscoli e tutto lo stadio intona il suo nome cosa prova? "Adrenalina pura, una carica incredibile e motivo di orgoglio".
La sua città preferita dopo Castellammare di Stabia? "Sono molto affezionato a Brescia, ci ho vissuto 13 anni, ho tantissimi amici e la mia famiglia. E poi Spezia perché è stata la città delle mie prime volte: l’esordio nel professionismo, il mio primo gol tra i ‘grandi’, perfino la mia prima patente".
Tra una decina di anni, quando sarà ricco e famoso, si ricorderà di Spezia? "È impossibile dimenticarmi di Spezia e della sua gente, non dimenticherò mai da dove sono partito".
Sposa quindi l’assunto che aquilotti si è per sempre. "Assolutamente sì".
Lei è stato il primo a uscire allo scoperto dicendo che sogna di riportare lo Spezia in Serie A. "Ci ho creduto fin dal primo secondo perché siamo una squadra che può vincere tutte partite, non ho mai avuto paura di dirlo e lo ripeterò sempre. Mi piacerebbe fare tanti gol quanti ne servirebbero per andare in Serie A".
Domenica sarà una sfida a distanza tra i capocannonieri del torneo: lei e Iemmello. "Prima del match di andata Pietro mi venne a fare i complimenti, sarà una bella sfida con un attaccante molto forte, confido a riguardo molto nei nostri difensori che sono i più forti del campionato. Il Catanzaro è una squadra forte e solida, ma noi possiamo vincere contro tutti".
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