FABIO BERNARDINI
Sport

Idee da manager ma esperienza del posto: "Il nostro piano? Uno Spezia stabile in A"

Paul Francis mette sul tavolo i progetti della nuova proprietà FC32. "E’ importante avere uno spezzino alla guida della società"

Paul Francis con la moglie Rosy

Paul Francis con la moglie Rosy

"Tra 5 anni speriamo di avere uno Spezia che abbia una stabilità in A, ma ancor più importante sarà avere un ambiente entusiasta e caloroso come quello che abbiamo trovato". Il neo proprietario del club bianco Paul Francis, accompagnato dal consigliere Federico Mari e dalla moglie Rosy, si è presentato alla città sposando la strategia del profilo basso: "Che emozione, sono molto felice di essere qui. Per me è un grande onore e responsabilità. Il vero proprietario di una società di calcio è la sua storia, noi possiamo limitarci a scrivere un capitolo insieme". Nessun proclama nelle sue parole, né approfondimenti sugli investimenti da effettuare per pianificare un progetto ambizioso, ma solo una linea attendista in funzione dell’attualità: "In questo momento non vorrei apportare distrazioni alla squadra e al tecnico considerando la stagione incredibile che stanno disputando. Noi abbiamo costruito un gruppo che condivide la passione per lo sport, siamo più di 90 investitori, ex atleti che hanno in mente di fare qualcosa di diverso nel calcio. Ora guardiamo alle prossime 12 partite, senza cambiare nulla". Il 50enne australiano ha poi rimarcato la necessità di un connubio ideale tra le varie componenti. "Il gruppo FC32 porterà l’esperienza internazionale in sinergia all’intelligenza locale, serve gente del posto che sappia cosa voglia dire la focaccia nel cappuccino... È questo uno degli aspetti del nostro modello di calcio. Il presidente deve essere spezzino perché rappresenta l’anima di questa città. In questo momento non dobbiamo toccare niente, la strada intrapresa è quella giusta. Stanno tutti lavorando bene, non avrebbe senso cambiare. Per il sottoscritto, Mari, Stillitano è importante capire i motivi del successo di quest’anno ed essere partner". Costante, nelle parole di Francis, la mission del gruppo: "La prima cosa è la passione per il potenziale dei giocatori, la carriera di tanti atleti è come un fiume nel vento".

Sui motivi che lo hanno indotto a scegliere Spezia, ha rimarcato due aspetti fondamentali: "La prima cosa importante è la cultura della comunità, ovvero la grande passione per questo sport, perché così si sviluppano i sogni e poi la presenza di giocatori di Spezia che hanno già fatto una carriera di successo". Alla domanda sui nomi degli investitori, Francis ha fatto scudo: "La cosa fondamentale non sono i nomi, ma l’obiettivo di creare opportunità per i nostri giocatori. Per noi la base è il calcio, non siamo come Venezia o Como, dobbiamo trovare un modello Spezia, la nostra strada". Riguardo, infine, i possibili investimenti sulle strutture, in primis sul Ferdeghini per il quale lo Spezia paga un affitto, Francis ha rimandato al futuro: "Ci sono tante cose da fare, tanti progetti già in corso, alla fine di queste 12 partite parleremo di tutto. Roma non è stata costruita in un giorno, ora c’è tanto entusiasmo, ma ci vuole pazienza". La chiosa è stata all’insegna della simpatia, con una battuta in dialetto spezzino: "Belin che Speza!".

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