Mentre le situazioni in bilico di Agudelo, Sala e Manaj vanno risolte inderogabilmente entro il 30 giugno, all’orizzonte ci sono tre posizioni che possono sconquassare l’ambiente, riguardando tre pezzi da novanta che hanno tutti il contratto in scadenza al 30 giugno 2023: Maggiore, Provedel e Nzola. Il capitano-simbolo di questa squadra, il portierone paratutto e il bomber, invero un po’ arrugginito, ma comunque capace nel 2020-21 di segnare 13 gol. Lo Spezia rischia seriamente di perderli tutti a parametro zero per la stagione 2023-24, anche se con dinamiche tra loro diverse. Certamente quella che può fare più rumore delle tre è la questione di Giulio Maggiore. Per parlarne dobbiamo addentrarci nella giungla degli stipendi, che sono uno degli argomenti più impenetrabili quando si ha a che fare con le squadre di calcio. E’ difficilissimo che le società mettano in piazza i loro emolumenti, bisogna procedere su stime più o meno prudenziali su cifre coperte dal segreto molto meglio dei sancta sanctorum militari.
Ciò che è certo è che Maggiore, uno dei migliori giocatori della squadra ora e in prospettiva, è anche uno dei meno pagati. Il suo stipendio, oscillante secondo varie stime intorno ai 300.000 euro, è veramente uno dei più bassi del campionato (meno di Amian, Antiste e Sala, per dirne tre) e non tiene conto delle quasi 200 presenze maturate tra A e B a 24 anni, di una crescita continua che, se portata a compimento (mancano al ragazzo un po’ di gol in relazione alla sua grande capacità di inserirsi) lo collocherebbero senza dubbio in ottica Nazionale. Personalità da vendere, giocatore completo, spessore culturale non comune alla media dei calciatori, lo spezzino Maggiore ha tutto per essere il leader naturale della squadra per i prossimi dieci anni in A se la società avesse voglia di volare alto, come peraltro lascia capire di volere. In tutti gli ambienti di lavoro è inevitabile un confronto tra le paghe, i calciatori professionisti non fanno eccezione.
Quando poi la sensazione è che ci siano figli e figliastri, l’aria si fa pesante. Pensiamo a Kovalenko, giocatore che torna a Bergamo senza rimpianti avendo confermato le previsioni di discontinuità che lo accompagnavano. Ebbene, lui prende 2 milioni: quasi quattro miliardi di vecchie lirette. Si dirà: fatti dell’Atalanta, anche se sarebbe curioso sapere in quali proporzioni bergamaschi e Aquilotti hanno concorso a pagare l’ucraino. Ma quando parliamo di Nikolaou, il discorso non regge più: coetaneo di Maggiore, senza nemmeno un minuto giocato in A prima di questa stagione anche se ha giocato in Champions League, il greco è stimato sui 900.000 euro. Complimenti al suo procuratore, che ha spillato una cifra degna di un top club per un difensore centrale al suo esordio in categoria, però quando metti nero su bianco certe cifre non puoi fare la lesina a Maggiore o a Provedel.
Visto che non si potrà spendere molto in cartellini, da come si affronteranno queste situazioni si capirà molto del futuro prossimo. E che nessuno si metta in testa di gettare Maggiore in pasto ai tifosi con il marchio di mercenario.
Mirco Giorgi