L’avversario. Rozzio suona la carica ai granata: "In campo per provare a vincere»

C’è molta fiducia nelle parole del capitano della Reggiana "Sappiamo che sarà difficile: attenti ai loro calci piazzati".

Rozzio suona la carica ai granata: "In campo per provare a vincere"

Paolo Rozzio, 32 anni difensore, è il capitano della Reggiana prossimo avversario dello Spezia nel match di sabato al ’Picco’

Paolo Rozzio, 32 anni capitano della Reggiana, guarda alla sfida del Picco con fiducia. E a chi gli chiede se può ’andare bene un pareggio’ risponde sicuro.

"Mai sperare in un pareggio, se speri di pareggiare poi perdi sicuramente – dice l’esperto difensore granata – Andiamo a Spezia per provare a vincere, poi sappiamo benissimo che sarà una gara complicata, perché avremo di fronte una squadra strutturata, esperta e bravissima sui calci piazzati".

In quattro partite la Reggiana non ha subito gol, anche se con la Carrarese con una prestazione deludente.

"La Carrarese credo che farà giocare male tante altre squadre, poi non voglio cercare scuse e dico anche che nei minuti iniziali del secondo tempo abbiamo perso un po’ le misure e preso un paio di ripartenze che non vanno bene. Piccole cose su cui dobbiamo lavorare".

Difesa blindata, ma attaccanti a secco: come si vive il momento di Gondo all’interno dello spogliatoio?

"Ha tutta la nostra fiducia, ma non c’è nemmeno bisogno di dirlo perché conosciamo il suo valore umano e di calciatore. Anche se non fa gol, dà una mano imprescindibile. Capisco che dalla prima punta uno si aspetti sempre 15 gol, ma non è sempre così".

Che impressione le sta facendo il ‘neoarrivato’ Lucchesi, suo compagno di reparto?

"Molto positive e poi è un ragazzo d’oro che si è già inserito bene. È molto bravo tecnicamente e può giocare sia centrale ‘classico’ che braccetto. Già l’anno scorso con la Ternana mi aveva fatto un’ottima impressione".

La Reggiana ha cambiato 7 formazioni in 7 giornate anche se le prime tre partite giocate in maniera brillante. Perché poi c’è stato questo calo?

"Non è facile da capire nemmeno da dentro visto che lavoriamo nello stesso modo e il gruppo fa quello che dice il mister come fossimo dei soldati. Forse uno step che dobbiamo fare è proprio quello di dare di più una nostra interpretazione alla partita, a volte eseguiamo ’troppo’".

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