
Nagy e, sotto, Bandinelli in azione contro il Brescia
Di constatazione, di rassegnazione o di sollievo? Il sospiro dello Spezia dopo la netta vittoria del Pisa sul campo del Cosenza, assume, per le varie componenti (club, allenatore, squadra, tifosi), un diverso orientamento. Con 8 punti di vantaggio e 7 gare ancora da giocare, il team di Inzaghi può dormire sonni tranquilli o quasi. Sì, dai, solo una clamorosa flessione dei toscani, assolutamente non pronosticabile, potrebbe aprire uno spiraglio ai ragazzi di D’Angelo. È andata così, quasi quasi è meglio mettersi l’anima in pace adesso che fra un paio di giornate di affannosa rincorsa, se è il frutto dell’ansia da prestazione quel che ha frenato lo Spezia negli ultimi 7 turni. In essi, infatti, ha vinto solo una volta (nel big match col Pisa) e ottenuto la miseria di 7 punti. Roba da bassa classifica. Presenze e assenze, ma pure gli episodi stanno segnando quest’ultimo periodo degli spezzini. Quel centimetro in più o in meno che fa la differenza, da quasi due mesi gira dalla parte sbagliata. La sconfitta col Catanzaro è emblematica. Se poi manca Salvatore Esposito, allora la situazione peggiora ancora. Perché si devono trovare alternative, non nel metodo, ma nelle scelte di gioco. L’approdo ai playoff era quanto atteso e preventivato a inizio stagione e sicuramente quella meta rimane una garanzia, diamo un 99,99% tanto per essere possibilisti (giusto la matematica), ma la posizione in cui lo Spezia ci arriverà, cambierà le chance. Terzo posto da blindare, con la Cremonese fermata sul pari a sorpresa dal Cittadella, che rosicchia un punto alle Aquile. Serve la concentrazione giusta e unione d’intenti, come ha detto il ds Melissano, e ancora serenità, come affermato da D’Angelo.
Tutto quello che manca al prossimo avversario che arriverà al Picco, la Sampdoria che naufraga nella sfida salvezza di Marassi col Frosinone e viene contestata dai propri supporter. Infine, sulle decisioni di D’Angelo, considerando quanto la piazza sia ormai sempre più cristallizzata sul giubilare Chichizola, dopo l’errore che ha marchiato un’altra gara, qualcuno si chiede: ma in quel "se qualcuno prova a impormi qualcosa è la volta buona che faccio esattamente il contrario" dichiarato nel post Brescia dal tecnico, non è che è proprio quello che sta accadendo nella sua scelta del portiere a discapito di Gori, estrapolato dopo un periodo eccezionale? Rispondiamo noi: no, perché l’allenatore è il primo tifoso di se stesso e della squadra, visto che è la sua carriera la prima a subire le conseguenze degli esiti dei campionati.
Marco Magi
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