Luca D’Angelo ha ragione. Innanzitutto quando dice che è inutile guardare chi sta davanti in classifica. Vero, perché lo Spezia ha sopra di sé due squadre importanti, nate (o comunque evolute) per salire di categoria. Infruttuoso cercare di mantenere un ritmo impossibile, con un divario che potrebbe solo dilatarsi, sprecando energie mentali utili nella probabile coda dei playoff. L’allenatore ha ragione anche quando volge lo sguardo a chi sta dietro. Attualmente lo Spezia ha 12 punti di vantaggio sulla prima squadra fuori dai playoff, superfluo quindi giocare avvertendo il fiato sul collo. Peggio ancora pensare o soltanto immaginare che le congiunzioni delle sfide incrociate, continuino a mantenere alto il gap con la quarta classificata, consentendo così di salire, da terza, direttamente in Serie A. Adesso sono soltanto 6 i punti (Cremonese) e ad arrivare a 15 è assai dura: in quel lasso di punti, 9 le squadre (prossima avversaria, la Carrarese, compresa) e difficilmente tutte crolleranno malamente. D’Angelo ha ragione poi quando parla di ’occasioni perdute’ in particolare nel primo tempo con la Juve Stabia. Sì, lo Spezia, ha fatto piovere 28 cross dalle parti di Thiam, ma lì a raccoglierli non c’era quasi mai nessuno. Le accelerazioni e gli assist di Degli Innocenti, non sono stati spesso né sfruttati e nemmeno supportati, se non da Elia, troppo egoista in alcuni frangenti, ma dotato di un dribbling eccezionale per creare la superiorità numerica.
Avrebbe meritato di vincere lo Spezia, se non lo ha fatto è stato soprattutto per gli errori individuali e per qualcosa che non ha funzionato fino in fondo nell’assortimento della coppia d’attacco. Le alternative, viste in campo in un secondo momento (Colak e Di Serio), però non hanno certo impressionato più dei titolari (Soleri e Pio Esposito). In ultimo, D’Angelo ha ragione anche sulla questione Chichizola, quando dice che "nel caso avesse fatto un errore, mi assumo io la responsabilità". Togliere dai pali un portiere come Gori, che aveva rimediato soltanto 10 gol in 16 partite, 10 volte con la porta inviolata, in crescita costante nelle prestazioni, capace di compiere ottime parate, non ci è parsa una mossa azzeccata. Sostituirlo poi con portiere che ha giocato una sola gara, il 16 settembre (Parma-Udinese 2-3) negli ultimi cinque mesi e ha svolto con il resto del gruppo aquilotto solamente gli allenamenti del giovedì e del venerdì, oltre alla rifinitura del sabato, prima di esordire dall’inizio, non ci è sembrato utile.
Marco Magi
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