Iniziano le sfide senza ritorno. Una sconfitta col Benevento aprirebbe un baratro, una vittoria affosserebbe un avversario in grande difficoltà, reduce da un ko interno e mai vittorioso nelle ultime cinque, come Parma e Crotone, uniche squadre che sopravanza in questa miniclassifica: Benevento e Fiorentina 3, Parma 2, Crotone 0, con i viola vincenti con lo Spezia dopo due sconfitte e prima di subirne altre due. Ma c’è un’altra statistica fondamentale: con i tre gol presi a Torino, lo Spezia ha la quartultima peggior difesa a quota 46, appena uno in meno di Benevento e Parma, ultimissimo il Crotone a 62. La storia induce a pensare che, a prescindere dalle posizioni attuali, le retrocesse usciranno tra le neopromosse e il Parma. Nelle ultime 10 stagioni è quasi sempre sceso chi prende più gol, mentre chi ha il peggior attacco non è detto. Per ben due volte il Chievo dalle polveri bagnate si è salvato: nel 1415 arrivò quattordicesimo con 43 punti, in virtù della quarta migliore difesa, nell’1112 fu decimo con l’ottava retroguardia del torneo. Viceversa, le peggiori difese hanno quasi sempre pagato dazio. Un’eccezione fragorosa fu il Verona del 1314, decimo a 54 punti nonostante la penultima difesa, con 68 reti al passivo, compensate dalle 62 segnate dal quinto attacco del torneo, con Toni a quota 20. Lo scorso anno il Lecce scese con 85 reti sul groppone, a nulla servì un buon attacco (10°); nel 2019 l’11° attacco e i 38 punti dell’Empoli non bastarono per le 70 reti a carico. Nel 2018 toccò al Crotone scendere nonostante il 12° attacco: fatali le 66 reti subite.
Un criterio per certi versi ancora più oggettivo della cosiddetta quota salvezza, che dipende da tante variabili e che negli ultimi 10 anni ha visto retrocedere a 38 punti due squadre: l’Empoli per classifica avulsa, e il Carpi nel 2016, la più sfortunata di tutte, nonostante non avesse la peggior difesa (14ª) né il peggior attacco (quartultimo), né la peggior differenza reti (-20, a fronte del -27 del Palermo e del -25 dell’Udinese, salvatesi con 39 punti). Castori pagò la troppa propensione al pareggio nel calcio dei tre punti. Dodicesimo attacco con 32 gol, lo Spezia deve guardare anche la differenza reti: quartultimo a -14 come il Cagliari, precede, guarda caso, Benevento (-22), Parma (-28) e Crotone (-38). Blindare la porta è categorico, ma come? Restando col 4-3-3, sarebbe il caso di privilegiare i terzini più difensivi, Marchizza e Ferrer. Ma forse si potrebbe ripensare tutto. Una soluzione potrebbe essere il 4-4-2, con centrocampisti di gamba come Pobega ed Estevez sulle fasce per supportare Maggiore e Ricci (o Sena) in mezzo e aiutare i terzini in fase difensiva. Un’altra potrebbe essere il 3-5-2, con tre difensori puri, Terzi libero vecchio stile, e un centrocampo folto e duttile con esterni di grande gamba.
Mirco Giorgi