Tarros, i quaranta anni della gestione Caluri: "Società solida, ma ora alziamo l’asticella"

Il presidente traccia un bilancio, tra l’ambizione di conquistare palcoscenici più grandi e la necessità di far quadrare i conti

Tarros, i quaranta anni della gestione Caluri: "Società solida, ma ora alziamo l’asticella"

Il presidente della Tarros, Danilo Caluri

Quello che sta per iniziare sarà il suo 40° anno di gestione diretta del club ed anche il 28° di presidenza. Nel 1985 tornò in riva al Golfo dopo aver girovagato per l’Italia tra serie A e B e dopo l’ultimo anno da professionista a Cagliari si mise dietro la scrivania nel club della sua città.

I numeri difficilmente mentono: 40 anni, presidente Caluri.

"Sembra ieri, ma è quasi un’eternità".

L’entusiasmo non le manca per andare avanti.

"Non è mai mancato, altrimenti avrei già smesso tempo fa, così come l’ambizione di creare qualcosa di importante nella mia città".

Cosa è mancato e cosa manca per fare il salto di qualità?

"Ho dedicato anima e corpo a questa realtà. Credo di poter affermare senza presunzione che ho accumulato esperienza e capacità organizzative difficilmente riscontrabili. Abbiamo creato negli anni una realtà sportiva della quale sono pienamente soddisfatto. Abbiamo un’organizzazione ed una mentalità operativa da serie superiori".

E allora cosa manca?

"La capacità finanziaria. Guardate il Derthona Basket. Per decenni abbiamo giocato nei soliti campionati ed ora da qualche anno è una bellissima realtà di A1. Cos’è cambiato? L’ingresso di un importante e lungimirante industriale come Gavio che ha stravolto positivamente quella realtà".

Potrebbe essere lei l’ostacolo per il subentro o l’affiancamento in seno al club?

"Non penso proprio. Non sono assolutamente attaccato alla poltrona, caso mai al movimento cestistico: quello sì. Abbiamo molte persone che perorano la nostra causa e che ci seguono e sostengono da molto tempo ad iniziare dal nostro main-sponsor Tarros. I tifosi ci stanno sempre vicino, ma senza una capacità finanziaria oggi è difficile andare avanti. Ora come ora non sarebbe nemmeno difficile salire in B1, ma il difficile sarebbe restarci e consolidarsi".

Si spieghi meglio.

"Io gestisco questo club come un capofamiglia, come un operaio che vorrebbe ma non può permettersi di viaggiare in Ferrari. C’è una struttura solida, abbiamo una credibilità tanto da non aver mai avuto un contenzioso o un lodo. Oggi ho 70 anni, disputiamo in maniera dignitosa e con buonissimi risultati un campionato difficile come la B2 toscana e mi piacerebbe alzare l’asticella avendo già ora tutte le carte in regola per fare di più e meglio".

Gianni Salis

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