Massimo
Benedetti
Quando le cose vanno male, possono anche andare peggio. Lo Spezia che aveva fallito il rigore del vantaggio nel primo tempo, nel secondo quando il vento soffia contrario, nel senso letterale del termine, subisce due gol al primo tiro in porta degli avversari, visto che il 2-0 se lo è fatto da solo. Il terzo fa solo statistica perché ormai, purtroppo, la partita era già finita.
Il problema dei troppi gol subìti sta diventando cronico: sono 17 in otto partite, dalle amichevoli alla Coppa Italia fino al campionato, più di due a gara di media con la difesa battuta anche dai dilettanti (senza offesa) della Fezzanese.
Il guaio è che questa volta si è inceppato anche l’attacco, incapace di segnare nella più favorevole delle occasioni, un calcio di rigore. Le Aquile erano partite in sordina, accendendosi però a folate come quella che ha portato al penalty conquistato da Kouda. Moro però si è emozionato davanti ai 12mila del ’Ceravolo’, passando il pallone a Fulignati che ringrazia. Il Catanzaro ci ha messo molta grinta, ma in concreto nel primo tempo l’unico brivido nell’area dello Spezia è un provvidenziale salvataggio di Muhl al 40’. Eppure a inizio ripresa è bastato il primo tiro in porta dei calabresi (Muhl non chiude su Biasci che trafigge Dragowski a fil di palo) per segnare e vincere la partita. Ci si aspettava la reazione dello Spezia, ma i più freschi erano quelli del Catanzaro che pure avevano giocato tre giorni prima, mentre lo Spezia aveva riposato. Una pessima figura. Grande delusione per i quaranta fedelissimi tifosi che si sono sobbarcati il lungo viaggio in una giornata lavorativa.
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