
Una pugliese che alla Spezia ha trovato casa. Betty Linguaglossa – brindisina classe 1987 – è tornata a calcare il parquet dopo la stagione saltata per la maternità ed è una delle colonne del Credit Agricole Cestistica Spezzina di coach Marco Corsolini. L’astinenza dal campo, confessa, si è fatta sentire per una che come lei ha il basket nelle vene. "Non è stato semplicissimo tornare, ma era una cosa che volevo fortemente, fin da quando ho scoperto dell’arrivo della bimba, non previsto. Mi ero ripromessa di provare a fare un altro anno almeno con questo gruppo, con cui c’era sintonia e dopo i primi mesi di assestamento per capire come funzionava quell’esserino (la bellissima Agnese, già molto amata dai tifosi, ndr) ho iniziato ad allenarmi prima con il preparatore e poi in gruppo".
Com’è cominciata l’avventura in bianconero?
"Sono arrivata nel 2014, per la ripartenza dalla serie B; ero pronta a smettere, avevo altri progetti ma non avendo un titolo di studio non era così facile. È arrivata l’ultima chiamata e ho colto l’occasione. Spezia mi piaceva, venivo da anni difficili in cui non mi ero trovata benissimo dove cui avevo giocato, cercavo stabilità: l’ambiente, l’ambizione di andare in A2 e la tradizione di una piazza hanno fatto il resto".
Quali i momenti più belli per lei in questa lunga storia?
"Quando abbiamo vinto il campionato di B e la stagione successiva della A2: la sensazione era che nessuno potesse fermarci quando scendevamo in campo. Un vortice di vittorie grazie a cui siamo saliti in A1. Peccato per la retrocessione: il salto era stato fatto con grandi sacrifici, puntavamo alla salvezza, ma la nostra straniera, fenomenale, è rimasta incinta e questo ha influito; probabilmente, se avessimo trovato il nostro assetto, ci saremmo salvate".
Come vive la squadra di quest’anno? Avevate cambiato marcia, poi lo stop per il Covid (non si sa quando la Cestistica tornerà a giocare, ndr).
"Siamo partire a rilento, io venivo da un anno di inattività, ed iniziavamo ad ingranare. Peccato per la mancata qualificazione in Coppa Italia. Cerchiamo di finir bene e fare i play off".
Com’è per lei vivere qui?
"Bello e piacevole: sei al nord, ma le temperature non sono proibitive. Ci sono il mare, il tramonto, le Cinque Terre: sarà anche un cliché, ma è la verità. E poi, il mio compagno Marco è delle Grazie! Della Puglia mi mancano famiglia ed amicizie, ma vivo fuori casa da quando avevo 17 anni e sento la nostalgia meno del dovuto".
Nonostante la fase attuale, sembra serena e fiduciosa.
"Sì, abbiamo un ottimo allenatore che fa da collante, un gruppo unito e prima di fermarmi ho avuto il riconoscimento di esser capitano, prima di passare il ruolo ad Elisa Templari, che lo merita. Ho esperienza. Sono stata a Cagliari, Umbertide, Pozzuoli, Ragusa".
Chiara Tenca