La Spezia, 9 marzo 2010 - Potrebbe tenersi dopodomani, giovedì 11 marzo, l’incontro romano decisivo per il futuro dei 127 dipendenti dell’ex San Giorgio in cassa integrazione da gennaio 2009. A metà mese scade infatti il protocollo d’intesa firmato da enti locali, ministero per lo Sviluppo economico, Spel, Finclima srl e Confindustria per garantire la reindustrializzazione dell’area: un documento che di fatto vincola la proprietà a concordare con le altre parti in causa la vendita del lotto di 32mila metri quadrati su cui insiste l’ex fabbrica.
Nel corso della riunione sarà affrontata la discussione sulle manifestazioni di interesse raccolte nelle ultime settimane dagli enti locali: la più concreta, sintetizzata in una lettera recapitata all’assessore comunale Alessandro Pollio è al momento quella avanzata da Finmeccanica, e relativa a una porzione di 6 mila metri quadrati; ma in ballo ci sono anche il consorzio Ecoplant, specializzato in green-economy, e una cordata di piccoli imprenditori spezzini, interessati a investire nell’indotto della nautica.
A chiedere la convocazione delle parti sono stati una decina di giorni fa Comune e Provincia, ma a confermare l’intenzione del ministero di organizzare l’incontro entro il 15 marzo è stato il vescovo della Spezia, che ieri mattina ha convocato in episcopio i lavoratori dell’ex San Giorgio e i rappresentanti dei sindacati per relazionare sui contenuti del faccia a faccia avuto la settimana scorsa con il ministro Claudio Scaiola. "Un incontro di circa mezz’ora — ha precisato monsignor Francesco Moraglia — durante il quale è stato affrontato un unico argomento: il destino dei 127 dipendenti in cassa integrazione".
"Non sono entrato nel merito della trattativa sindacale — ha precisato il vescovo —, perché non ne avrei le capacità. Mi sono limitato a segnalare le richieste emerse nel colloquio avuto a dicembre con i dipendenti: e cioè la necessità che sia garantita una soluzione lavorativa equa a tutti i 127 lavoratori in cassa integrazione; l’opportunità che sia mantenuta la destinazione industriale dell’area; e l’esigenza che il ministro faccia al più presto un gesto concreto".
Monsignor Moraglia ha incassato i ringraziamenti di dipendenti e sindacalisti, ma non sono mancati i distinguo. "Da parte nostra — ha sottolineato Stefano Bettalli, della Fiom-Cgil — c’è interesse a chiedere una proroga del protocollo d’intesa in scadenza, ma per essere prese in considerazione le nostre argomentazioni dovrebbero essere ancorate a proposte di acquisto concrete e non a generiche manifestazioni di interesse".
"Purtroppo — gli fa eco il segretario generale della Uilm Graziano Leonardi —, a parte alcune dichiarazioni lette sulla stampa locale, i sindacati non sono stati messi a conoscenza di contenuti tangibili, né tanto meno dell’esistenza di veri e propri piani industriali». «Non è tempo di dare ai lavoratori spezzini nuove illusioni" ha sintetizzato il segretario generale della Uil Walter Andreetti e il ‘collega’ Gianluigi Peracchini della Cisl ha aggiunto: "Speriamo che le manifestazioni d’interesse si concretizzino. Il nostro timore è che gli impegni assunti dalla politica possano essere in qualche modo influenzati dalla campagna elettorale".
Una preoccupazione che ha sfiorato anche il vescovo. "Anch’io — ha confessato monsignor Moraglia — avrei preferito incontrare Scajola in un altro momento, ma, dopo essermi mostrato disponibile, pur di avere un colloquio, a partire per Roma, non mi potevo certo tirare indietro".
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