Lucca, 19 giugno 2024 – Prenderà il via agli inizi del mese di dicembre la stagione di prosa realizzata dal Teatro del Giglio con Fondazione Toscana Spettacolo Onlus (quest’ultima riconosciuta dal Ministero della Cultura come primo Circuito Multidisciplinare in Italia anche per il 2023): un cartellone che passa a 9 titoli (rispetto agli 8 dello scorso anno) distribuiti su 3 turni di abbonamento, per un totale di 27 recite, e che vede alternarsi sul palcoscenico lucchese autori, attori e compagnie di grande rilevanza nazionale, in una varietà di proposte tematiche e drammaturgiche che spazia dal classico al contemporaneo.
Questo nuovo cartellone è stato costruito raccogliendo i frutti di un costante dialogo con il pubblico, che nella scorsa stagione ha particolarmente apprezzato le proposte in stagione premiandole con migliaia di presenze agli spettacoli e agli incontri con gli attori, questi ultimi realizzati in collaborazione con la Fondazione Banca del Monte di Lucca, momenti di prezioso approfondimento che non esauriscono il rapporto tra spettatore e spettacolo solo al momento della messa in scena, ma creano una vera e propria relazione nella quale i contenuti della programmazione diventano occasione di riflessione anche sul senso del teatro nel nostro tempo.
La programmazione di Prosa per la Stagione 2024-2025 è stata resa possibile grazie ad un serrato lavoro con Fondazione Toscana Spettacolo Onlus con cui, per la stagione che verrà, sono allo studio alcune novità con l’obiettivo di portare il teatro anche a casa delle persone impossibilitate a spostarsi per raggiungere il Teatro del Giglio. Questo perché è comune obiettivo quello di rendere la cultura sempre più accessibile, rendendo un servizio quantomai importante per i nostri tempi. Sergio Rubini, assente dal nostro palcoscenico da dieci anni, aprirà il cartellone della Prosa 2024-2025 nel mese di dicembre (venerdì 6 ore 21, sabato 7 doppia recita, per il turno C alle ore 16 e per il turno B alle ore 21) con la grande letteratura di Robert Louis Stevenson in Il caso Jekyll, pièce teatrale contagiata dal noir e dal thriller, che ci trasporta in una Londra fumosa, povera e pericolosa.
Seguirà Molto rumore per nulla (venerdì 31 gennaio e sabato 1 febbraio ore 21, domenica 2 febbraio ore 16), una delle migliori opere di Shakespeare, che vedrà protagonista un artista poliedrico e molto amato dai giovani come Lodo Guenzi impegnato in un classico sotto la guida di una tra le registe più affermate del nostro teatro come Veronica Cruciani. Un’operazione davvero straordinaria è quella prodotta dal Teatro Stabile di Genova, che ci propone Fantozzi. Una tragedia (venerdì 7 e sabato 8 febbraio ore 21, domenica 9 febbraio ore 16) per la regia di uno dei più acclamati registi italiani, Davide Livermore, con Gianni Fantoni, l’attore che ha letteralmente ereditato la maschera scenica di Paolo Villaggio portando a compimento un sogno che coltivava da anni, quello di portare finalmente a teatro l’impiegato più famoso della storia del cinema, attingendo direttamente dai testi di Villaggio che hanno preceduto i film per creare una drammaturgia originale firmata dallo stesso Fantoni insieme a Livermore, Andrea Porcheddu e Carlo Sciaccaluga.
Nella visione registica di Livermore torna emblematicamente l’eco di tragedie classiche, di destini segnati e ineluttabili che portano all’unica soluzione possibile: la disfatta. Grande attesa, dopo la sospensione della tournée nella passata stagione, per Drusilla Foer che, insieme ad Elena Talenti, interpreta Venere nemica per la regia di Dimitri Milopulos. Lo spettacolo, in scena sul palcoscenico lucchese dal 14 al 16 febbraio (venerdì e sabato ore 21, domenica ore 16), è ispirato alla favola di Apuleio Amore e Psiche, che rilegge in modo divertente e commovente, in bilico tra tragedia e commedia, declinando i grandi temi del classico nella contemporaneità. Temi di bruciante attualità vengono affrontati nell’epica familiare della famiglia Zimmerman raccontata dallo scrittore, regista e cineasta libanese Wajdi Mouawad in Come gli uccelli (venerdì 28 febbraio e sabato 1 marzo ore 21, domenica 2 marzo ore 16): una sfida drammaturgica, linguistica e politica su quella che si può considerare un’indagine emotiva sul significato dell’identità culturale e genetica, sulle proprie origini, una riflessione profonda sull’umanità e l’amore, usando come sfondo la storia contemporanea e una terra piena di conflitti.
Come gli uccelli è la storia di due moderni Romeo e Giulietta (lui israeliano, lei araba) in un racconto potente, toccante, scomodo e lacerante che ci pone davanti ad una riflessione profonda sull’umanità e sull’amore. Non è scontato che un grande attore si prenda la responsabilità di portare sulla scena un teatro contemporaneo che altrimenti difficilmente si sarebbe potuto vedere e ascoltare sui palcoscenici italiani. Lo sta facendo ormai da anni Silvio Orlando con il suo lavoro e con la sua Compagnia, alzando sempre più l’asticella delle sue sfide teatrali. Acclamato al Giglio con La vita davanti a sé, quest’anno Orlando si cimenta in Ciarlatani di Pablo Remón (venerdì 14 e sabato 15 marzo ore 21, domenica 16 marzo ore 16), la storia parallela di due personaggi legati al mondo del cinema e del teatro immersi in una struttura narrativa dallo stile, dal tono, dalla forma inusuali, che per certi versi è più vicina al romanzo vissuto attraverso la scena. Fedra di Jean Racine nella lettura della Compagnia Lombardi Tiezzi, spettacolo che ha debuttato nel mese di aprile 2024, sarà in scena al Teatro del Giglio dal 21 al 23 marzo (venerdì e sabato ore 21, domenica ore 16).
Oltre alla regia di un maestro della scena come Federico Tiezzi, in questa Fedra emerge l’arte teatrale in tutta la sua essenza grazie a contributi di attori straordinari, tra i quali ricordiamo la prova di Elena Ghiaurov che interpreta la protagonista di quella che Racine stesso definiva “la migliore delle mie tragedie”. Nel mese di marzo dell’anno giubilare 2025 (venerdì 28 a sabato 29 ore 21, domenica 30 ore 16) il Teatro del Giglio ospiterà I due Papi da “The Pope” di Anthony McCarten (pluripremiato autore per “L’ora più buia”, “La teoria del tutto” e “Bohemian Rhapsody”), opera teatrale da cui è tratta la pellicola di successo prodotta da Netflix con protagonisti Anthony Hopkins e Jonathan Pryce e candidata agli Oscar, ai Golden Globe e ai Premi Bafta. Lo spettacolo vede come protagonisti Giorgio Colangeli e Mariano Rigillo, per la regia di Giancarlo Nicoletti. Tra le mura del Vaticano, Joseph Ratzinger e Jorge Mario Bergoglio si confrontano sulle proprie idee, tra tradizione e progresso, senso di colpa e perdono, appena prima delle dimissioni di Benedetto XVI e della successiva elezione di Francesco nel 2013. Il teatro si interroga su temi di forte attualità anche grazie al lavoro di Ambra Angiolini, che si cimenta nell’adattamento teatrale del romanzo Oliva Denaro di Viola Ardone scritto con Giorgio Gallione (venerdì 4 e sabato 5 aprile ore 21, domenica 6 aprile ore 16): ambientato in una Sicilia nella quale si dà voce alle donne che ebbero la forza di dire no, e coraggiosamente si ribellarono alla violenza, Oliva ci narra, ormai adulta, la sua storia a ritroso, da quando ragazzina si affaccia alla vita fino al momento in cui, con una decisione che suscita scandalo e stupore perché inedita e rivoluzionaria, rifiuta la classica “paciata” e dice no al sopruso.
Maurizio Costanzo