A caccia di medici nelle “frazioni“. Pescaglia tra le zone più critiche

Il presidente dell’Ordine, Quiriconi: “La chiave di volta è l’assistenza territoriale, ancora troppe incognite. Le case di comunità sono una risposta, ma il rischio è che restino scatole vuote per la carenza di personale“.

A caccia di medici nelle “frazioni“. Pescaglia tra le zone più critiche

Il presidente dell’Ordine provinciale dei medici, chirurghi e odontoiatri dottor Umberto Quiriconi (foto Alcide)

Come sta la nostra sanità? Domanda sempre meno retorica, e sempre più attuale, che rivolgiamo al presidente dell’Ordine provinciale dei medici, Umberto Quiriconi.

“Se il riferimento è ai medici di medicina generale posso dire che la situazione è soddisfacente nella Piana, meno nelle frazioni decentrate, in particolare Pescaglia e Villa Basilica. Sono due zone in estrema sofferenza forse perchà disagevoli e forse anche perchè i colleghi giovani cercano la vicinanza di quelli più esperti per avere un supporto“.

Se invece vogliamo allargare la prospettiva?

“In generale per la sanità la grande sfida per il futuro, per mantenere in piedi il Servizio sanitario nazionale, è quella di riuscire a gestire le cronicità sul territorio. C’è bisogno di rifondare la medicina territoriale per intercettare i veri bisogni della comunità“.

Stanno nascendo le case di comunità, a aprile ha inaugurato quella di Marlia. Sono una risposta?

“Sulla carta sì. Sono previste quelle di primo livello o hub con diagnostica, cup, assistenza infermieristica e punto prelievi,a ttive 24 ore su 24. Poi ci sono quelle di secondo livello, o spoke, aperte 12 ore su 24. L’importante è riuscire a sventare il rischio che restino scatole vuote“.

In che senso?

“Il personale non è molto attratto, è un problema non di secondo ordine. D’altra parte il territorio è la chiave di volta. Basti pensare che un letto di ricovero di secondo livello, sul territorio, costa 150 euro al giorno, mentre in ospedale, in media intensità di cure si salta sui mille euro, a salire. La partita è tutta lì“.

Nel consiglio comunale dedicato al pronto soccorso si è parlato molto anche delle “interferenze“ con il problema sociale.

“Assolutamente. Il sociale va gestito per evitare accessi e ricoveri impropri con sovraccarichi al pronto soccorso. Ma il padre di tutti i problemi è un altro“.

Quale?

“Se tutti pagassimo le tasse non saremmo a questo punto“.

L’autonomia differenziata sarebbe una soluzione?

“Sono sempre stato contrario alla regionalizzazione della sanità. L’unico aspetto positivo sarebbe la responsabilizzazione delle Regioni, temo che alcune si siano adagiate su un assistenzialismo statale del tutto deleterio“.

Laura Sartini