
“Adolescenti: tra scuola e famiglia“: "Sono le prime due agenzie educative"
In un’epoca segnata da rapidi cambiamenti sociali, tecnologici ed educativi, la relazione tra scuola, famiglia e adolescenti emerge come fondamentale per lo sviluppo armonioso dei giovani. Questo triangolo educativo gioca un ruolo cruciale nella formazione e nello sviluppo di individui equilibrati, responsabili e preparati ad affrontare le sfide del futuro.
È proprio per approfondire questo stretto e inscindibile legame che si è tenuto a Palazzo Ducale l’incontro dal titolo: "Adolescenti: tra scuola e famiglia". Un momento nel quale si è avuto modo di affrontare l’allarmante tema della dispersione scolastica e approfondire come famiglia e scuola devono necessariamente cambiare partendo da un loro profondo ripensamento per essere nuovamente capaci di crescere i futuri adulti di domani in maniera sana ed equilibrata.
"Mai come in questi ultimi anni mi sono trovata a contatto con genitori disorientati e con ragazzi in crisi nei confronti della scuola, ragazzi in procinto di abbandonare la scuola per motivi legati a stress, fobia scolare e ansia da prestazione - commenta la dottoressa Arianna Fanani, vice dirigente scolastico Liceo Linguistico Byron e Direttrice istituti Benedetto Croce di Lucca - . I dati del 2022 dimostrano come la percentuale di dispersione scolastica in Italia sia superiore alla media europea: 13.1% contro il 9.9% a livello europeo. Questo significa che in Italia uno studente su dieci abbandona la scuola, un dato veramente allarmante".
"La scuola, a nostro avviso, deve cambiare modalità, deve attivare dei sistemi che arginino questo problema; attraverso il dialogo con l’esterno e con tutti quelli che sono i soggetti che ruotano intorno alla vita dello studente. Modificare i metodi didattici, se necessario, basandoli sull’ascolto e l’accettazione, cambiare la relazione tra studente e docente, che deve essere meno impersonale e meno improntata sul giudizio e la valutazione, e migliorare la qualità didattica, in classe devono esserci docenti appassionati ed entusiasti di quello che fanno. Lo studente deve essere al centro del progetto formativo e stare bene a scuola, quando si arriva alla dispersione scolastica significa che lo studente è solo un uditore passivo che sta lì solo per essere valutato".
Un cambiamento quello della scuola, che non può avvenire senza coinvolgere i genitori e che passa attraverso il lancio di due concetti innovativi: l’Accademia della Famiglia e la scuola come centro educativo aperto e interconnesso con il territorio circostante.
"Per cambiare bisogna andare alle radici, bisogna ricordare che famiglia e scuola sono le prime due agenzie educative – spiega la professoressa Maria Rita Parsi, psicoterapeuta e scrittrice -. Le famiglie oggi devono avere una formazione costante, essendo la prima agenzia educativa. Noi proponiamo che si faccia formazione utilizzando il virtuale in modo virtuoso nei confronti dei genitori, ci vuole un’Accademia della Famiglia, laddove anche le persone più semplici e più umili sappiano che cosa significa mettere al mondo e allevare un figlio. L’Accademia della Famiglia dovrà essere costituita da una serie di lezioni, attraverso il digitale, che funzionerà come l’università".
"Chi vuole formarsi - sottolinea la professoressa Maria Rita Parsi - si guarda le lezioni, che, in forma comprensibile e semplice, ti dicono cosa fare e danno ai genitori una spiegazione su che cosa vuol dire avere una relazione sentimentale e sessuale che, se non funziona, non deve impedire di rimanere una coppia genitoriale capace di non scaricare i problemi degli adulti sui figli. Questo deve essere un patrimonio di formazione di chi mette al mondo un figlio. I figli sono figli della vita stessa che attraverso di voi si esprime, non possiamo possederli e usarli come pacchetti e non si mettono al mondo senza considerare che ci vuole una comunità per far crescere un bambino".
"La scuola, invece, deve diventare un centro culturale polivalente, bisogna rinnovarle, mettendo in ogni scuola una biblioteca, le mense e un’equipe antro-psico-socio-pedagogica a disposizione sempre per insegnanti e genitori. La scuola deve essere un posto dove vai per il piacere di andare, perché se il sapere non ha piacere diventa solo un dovere e il dovere senza piacere è un tormento".
Andrea Falaschi