REDAZIONE LUCCA

Adottano cinghiale ferito Tornerà libero da guarito

La singolare storia per salvare l’animale avviene sulle colline di Lucese. Ogni giorno la padrona lo porta nel bosco per fargli assaporare l’ambiente natìo

Salvano un cucciolo di cinghiale e lo curano: una storia che stringe il cuore e immerge nella natura e nell’amore incondizionato. Il ‘cinghialino cane’ in questi giorni viene svezzato per poi essere ricondotto nel bosco e diventa un simbolo di amore per l’ambiente e ritorno alla semplicità. Fanno danni alle colture e scavano tane nei campi: i cinghiali spesso e volentieri assurgono a nemici degli umani per come scendono a valle e si ingegnano nel cercare prede, ma la vicenda di questo piccolo di appena tre mesi fa solo commuovere. C’era una volta la storia della gabbianella Fortunata e del gatto Zorba sapientemente narrata dal compianto Luis Sepulveda: Fifi, appena nata, crede infatti di essere un gatto perché allevata dai gatti.

Qui non siamo ad Amburgo, ma sulle colline di Camaiore dove, da sempre, di cinghiali ne abitano tanti: a Lucese, ad esempio, si andava a mangiare per poterli ammirare mentre correvano a rubacchiare residui di carne o farsi donare i resti del cibo a pochi passi di distanza dai tavoli. Dunque, in collina, verso la Pieve, una famiglia camaiorese, alcuni mesi fa, ha raccolto un cucciolo e lo ha salvato dalla morte: si tratta di persone dedite alla campagna, con cani ed altri animali, tutti molto amorevoli.

Il piccolo, scampato per miracolo ad una brutta fine, ferito ed impaurito, e’ stato allattato con il biberon fino a pochi giorni fa come fosse un animale domestico: essendo cresciuto fuori dal bosco, in un’aia, adesso ha assunto un carattere dolce e si sente una sorta di cane. Vive con gli altri animali senza alcun istinto aggressivo e vorrebbe agire sempre come loro, dormire nella cuccia e giocare docile e allegro con i padroni. Che adesso lo stanno svezzando per poi poterlo rendere al bosco, il suo habitat naturale: ma proprio questo potrebbe mettere a rischio la sua vita, senza mamma, senza branco e difese, dato che non è avvezzo ai pericoli. Eppure verrà il momento in cui dovrà andarsene: i ‘padroni’ sono tristissimi nel pensarlo e temono che non ce la farà.

E’ stato anche curato da un veterinario ed ogni giorno la padrona lo porta nel bosco per fargli assaporare l’ambiente natio: il cucciolo però poi, dopo la sgambettata, la segue di nuovo fino a casa. Un distacco dunque che sarà molto difficile. Forse dovrebbero escogitare un piano come i gatti del libro, che alla fine riescono a far spiccare il volo verso terre lontane alla gabbianella. Chi potrà riuscirvi? La famiglia o gli amici quadrupedi?

Isabella Piaceri