Codice identificativo nazionale per normare un settore, quello degli affitti brevi, oggetto di polemiche. Dall’inizio dell’anno è entrata in vigore la nuova normativa che impone il Cin, una sorta di targa per identificare in modo univoco queste strutture ricettive destinate al turismo e che per una certa parte sono rimaste per lungo tempo nella nebbia, con le conseguenze anche fiscali del caso.
In Toscana, che è stata tra le ultime regioni d’Italia a predisporre la registrazione (solo nel novembre scorso) è record di strutture, circa 54mila, che si sono palesate. Il Cin è destinato a qualunque tipo di struttura, ma è chiaro che il sommerso non riguardava gli alberghi quanto altri tipi di alloggi. E anche a Lucca i risultati sono sorprendenti: in circa due mesi dall’apertura delle iscrizioni si sono palesate in tutto il territorio di competenza ben 133 nuove strutture ricettive, quasi il 7 per cento in più. Il totale è passato da 1948 a 2081 strutture, sparse ovviamente non solo in centro storico.
Numeri elevati e quanto siano le locazioni turistiche non imprenditoriali, ovvero gli affittacamere, lo certifica il loro numero complessivo, attualmente pari a 1681. Delle 133 nuove strutture, ben 126 sono di questo tipo. Ora, in Comune, dopo due mesi di importante impegno che ha preso la forma non solo dell’invio della modulistica e dell’apertura di una pagina sul sito istituzionale accessibile dalla home page, ma anche di migliaia di telefonate di consulenza per gli operatori, si passerà alla fase dei controlli, come conferma l’assessore al turismo, Remo Santini.
"Terminata la fase per regolarizzare la posizione – spiega – inizierà quella dei controlli. Abbiamo tutto l’interesse che il sommerso esca alla luce e vogliamo combattere il fenomeno dell’evasione, a breve partiranno i controlli, con gli uffici che restano a disposizione per chi ha bisogno di chiarimenti".
Fabrizio Vincenti